Scienze e Tecnologia

«L’iPhone non ha speranze» ...almeno per Steve Ballmer

In realtà, dietro alla bordata del Ceo di Microsoft c’è una dichiarazione di guerra: il gigante di Redmond scommette sul mercato inesplorato dei servizi mobili, a cominciare dalla pubblicità

«L’iPhone non ha speranze» ...almeno per Steve Ballmer

Chiacchierando con un giornalista di Usa Today, il vulcanico Ceo di Microsoft ha sparato delle bordate mica male contro l’iPhone, il telefono trendy del rivale di sempre, Apple.
Definito un gadget carino ma troppo costoso (e fin qui ha pure ragione: 500 dollari non sono noccioline), Ballmer ha rincarato la dose prevedendo che sarà uno dei grandi flop dell’industria informatica e «non ha nessuna speranza» di poter conquistare una quota di mercato rilevante: sarebbe già un successo (sempre secondo Ballmer), se il telefonino musicale arriverà a ritagliarsi il 2-3% del mercato.
Fin qui il teatrino, che ben si adatta al carattere esplosivo del gran capo di Microsoft, che non si tira mai indietro quando c’è da spararle grosse. Per esempio ci ricordiamo di quando diceva che ci avrebbe dato un Internet Explorer nuovo ogni anno (poi diventati due, poi vedremo quando uscirà Explorer 8) o quando si lanciò in più che rosee previsioni sulle vendite di Windows Vista, pronostici su cui è più delicato sorvolare.
Ma non è solo una questione di gossip. In realtà, la sparata di Ballmer è la prima scaramuccia di una battaglia dove Microsoft vuole impegnarsi per davvero nella conquista del mercato dei servizi mobili. Un campo dove finora gli smartphone di Redmond combinano pochino; hanno in mano il 5,6% del mercato, lontanissimi non solo dalla corazzata Symbian (che spadroneggia con quasi il 73%, specialmente grazie allo strapotere di Nokia) ma persino di Linux, che con in dignitosissimo 17% è quasi tre volte più diffuso che Windows Mobile sui telefonini avanzati.

Alla conquista
Se pure il market share è quello che è, il momento è quello buono per tentare l’affondo: da una parte importanti mercati occidentali stanno finalmente apprezzando i vantaggi del mobile, dall’altra sono ormai maturi i giganteschi mercati asiatici, in gran parte terreno vergine per l’infomobilità.
Queste due tendenze macroeconomiche fanno schizzare alle stelle la domanda di dispositivi mobili, e Microsoft ne approfitta. Robbie Bach, il presidente della divisione Entertainment & Devices di Microsoft, in occasione dell’evento Mix07 ha reso noto che nell’ultimo anno sono state vendute 5 milioni di copie di Windows Mobile, destinate a raddoppiare nel 2007 e quadruplicare a quota 20 milioni nel 2008. Se contiamo che per ogni copia del sistema operativo entrano, a seconda della versione, tra 8 e 15 dollari nelle tasche di Microsoft si vede che la torta è grande ma non gigantesca, almeno secondo le cifre a cui sono abituati in quel di Redmond.
La verità è che il sistema operativo e le applicazioni sono solo la punta dell’iceberg, quel che conta davvero sono i servizi mobili. Apparentemente senza alcun nesso con le bordate del Ceo e con i rincalzi del direttore della sezione gadget, quasi in sordina spunta la notizia che Microsoft si è comprata la parigina ScreenTonic, che produce la piattaforma Stamp.
Che altro non è se non un sistema per gestire banner e annunci pubblicitari via Sms e via pagine Web per dispositivi mobili: insomma, un modo per mandare pubblicità mirata a chi va a passeggio, per segnalargli le offerte commerciali di suo potenziale interesse che si trovano nei paraggi.
ScreenTonic entra a far parte del Digital Advertising Solutions group di Microsoft, che finora si occupava di veicolare la pubblicità sulla console per videogame Xbox e sui portali Microsoft.
E ora ha in mano anche una potente arma per aggredire il mercato vergine del mobile marketing. Alla luce di ciò, le bordate di Ballmer acquistano tutto un altro peso, che va ben oltre allo sberleffo rivolto all’antico avversario.

> Costa troppo ma piace un sacco
Alla fine, quanti saranno sedotti dalle forme sexy del telefonino della Mela?
Una ricerca di mercato condotta negli Stati Uniti ha messo in evidenza che circa il 6% dei potenziali acquirenti potrebbe comprarlo subito, ma per molti altri il problema è il prezzo: tra 500 e 600 dollari, a seconda della dimensione della memoria, paiono troppi per la stragrande maggioranza degli intervistati.
Subito dopo, viene un problema legato alle strategie di marketing. Contrariamente a quello che succede da noi, negli Usa la grande maggioranza dei telefonini viene venduto direttamente dal carrier, e At&t ha sei mesi di esclusiva sul gioiello Apple, cosa che scoraggia gli utenti degli altri operatori. Buone notizie vengono sul fronte dell’interesse; ben il 77% degli intervistati ha detto di conoscere l’iPhone, il che è tantissimo per un apparecchio che ancora non è stato lanciato.
Tra quello che lo conoscono, il 44% lo considera un ottimo prodotto, mentre per il 21% è scarso.
Apple prevede che entro il 2008 iPhone avrà conquistato l’1% del mercato mobile mondiale.


Per riuscirci, dovrà venderne 10 milioni di pezzi.

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