L’iris più bello del mondo incanta il popolo di Orticola

L’iris più bello del mondo incanta il popolo di Orticola

«Oh natura, natura delle mie brame chi è la più bella del reame?». Se Paride in persona camminasse per i viali del parco Indro Montanelli tra i gazebo di «Orticola», l’esposizione vivaistica aperta fino a stasera alle 19, avrebbe il suo dubbio riguardo all’assegnazione del premio alla corolla più perfetta. Una folla di appassionati ha riempito i vieltti del parco milanese. Non solo gente con il pollice verde, ma anche tanti stranieri e soprattutto tante famiglie con tanti bambini. Un trionfo di verde dove la regina rosa sgorga tra i dodici vivai specializzati in colori onirici come il viola di «Sissi», che l’ibridatore tedesco Tantau fece sbocciare nel 1964.
Una signora indiana trasporta un cespuglio di rosse con il reverso corallo, incarnato nel petalo con una perfezione opalina da far invidia a un vetro di Murano. Il profumo di nudità, eccelso in questi fiori, rapisce in mezzo alla pioggia di piume che i pioppi profondono su tutta Milano, come neve di maggio. Tra le Chinensis Yellow Mutabilis, ritrovate in Cina negli anni ’80, le fiabesche inglesi, le snelle rampicanti, non solo le rose carpiscono l’istinto di bellezza che madre natura infonde fin dalla più tenera età, basta osservare l’estasi di una bimba piccola, piccola, che si è appiccicata con il volto dentro una rosa gialla. Si racconta che il poeta Rilke percorresse le vie di Praga completamente vestito di nero con un iris in mano. Come non comprenderlo, imbattendosi in due esemplari di questa meraviglia che sembra cesellata nel velluto dal grande architetto dell’Universo? «Quanto costa?». Non è in vendita il «French Can-can», corona lilla, cuore rosato come l’alba, perché per ora è l’unica pianta esistente. Sembra emerso dal mistero della cipria. Delicato fino al pudore dell’intoccabilità, qualcuno scherzando pensa di rapirlo. E’ un signore francese. Sfatando la fola che i fiori siano il regno del gineceo, i maschi con cappelli di paglia e pantaloni da giardinieri primeggiano nelle loro vesti di tombeur des fleurs. Il giardiniere Edoardo è il creatore del «Principe Iris», dichiarato il più avvenente del mondo. Il suo stelo pare un giunco e il fiore della grandezza del volto di un neonato s’arriccia in petali viola ceralacca che a confronto il petrolio della notte non sembra né più nero, né più denso. Ricorda l’ombra di un’intelligenza sprofondata negli abissi, come Atlantide. Contende la palma alla rosa? Vorremmo una peonia. «E’ mia, l’ho prenotata prima passando» dice un uomo. Lancia un’offerta per cederla, una cifra che pareggia uno dei più bei cappelli da giardino che tra gilet, piume e rastrelli, campeggia sotto una delle tende. «Orticola» non è solo fiori, ma tutto ciò che significa giardino, dal seme all’arredo.

E ora dovremmo cambiare l’inizio. «Oh natura delle mie brame, chi è il più bello del reame?», perché l’edizione della mostra pone finalmente il maschio, maschio come «fiore», nelle vesti del giudicato e la donna come giudicante. Che vinca il migliore!

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