L’ironia di Casini: sono triste, non riuscirò a dormire

Calderoli: «Al posto del leader della sinistra metteteci un pupazzo, farebbe perdere meno voti». Fassino: «Due conferenze del Cavaliere sarebbero un caso unico al mondo»

Marianna Bartoccelli

da Roma

Un pupazzo al posto di Prodi. È il suggerimento che dà l’ex-ministro Calderoli per risolvere la questione della sfida televisiva alla quale il leader dell’Unione non intende partecipare. «Certo spiace non poter assistere al confronto tra i due leader - spiega Roberto Calderoli della Lega - cosa del tutto scontata visto che di leader ce n'è uno solo, ma avrebbero potuto comunque farlo, il confronto, se il presidente della Rai non fosse persona tesserata dai partiti, mettendo un pupazzo di Prodi al suo posto: voti, forse, non ne avrebbe guadagnati, ma certamente il pupazzo non ne avrebbe persi, come invece accade - conclude - quando si vede un Prodi che sa solo trasmettere antipatia e malocchio...». Suggerisce di fare comunque il confronto, il vicepresidente al gruppo della Camera di Fi, Lucio Malan: «La sedia vuota sarà sicuramente più efficace, credibile e simpatica di lui». Pareri diversi ovviamente nel centrosinistra. «Il confronto solo se ci sono pari opportunità» ribadisce il segretario dei Ds. Secondo Piero Fassino sarebbe un caso unico al mondo se «il presidente del Consiglio facesse due conferenze stampa gli ultimi giorni di campagna elettorale, una come premier e l’altra come leader di Fi». Condivide Prodi anche Massimo D’Alema: «Siamo di fronte alla prepotenza di Berlusconi e alla prepotenza di una maggioranza che ha imposto delle regole inique nella commissione di Vigilanza, regole che violano le norme sulla par condicio». Per l'eurodeputato del Pdci Marco Rizzo «la destra utilizza tutto a scopo strumentale: vorrebbe farlo anche rispetto ai dibattiti tv, omettendo che Berlusconi scelse di non confrontarsi con Rutelli». Così Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori: «Accettare uno scontro finale con Berlusconi, alle sue condizioni, significa affrontare uno scontro con regole truccate». Dalla parte di Romano Prodi anche Enzo Bianco, parlamentare della Margherita: «Il ragionamento di Prodi è ineccepibile. Come negli Stati Uniti, anche da noi un confronto si può fare soltanto se ci sono regole precise». Parlando a Milano anche Enrico Boselli della Rosa nel Pugno difende la scelta del leader del centrosinistra: «Prodi fa bene a pretendere regole comuni. E soprattutto penso che Berlusconi non possa decidere tutto il contrario di tutto come ha fatto finora». Decisamente ironico il presidente della Camera, PierFerdinando Casini: «Sono molto rattristato, anzi penso che non riuscirò a dormire a pensare che Prodi non si presenterà». Dalla commissione vigilanza Rai interviene Alessio Butti, componente di An: «Siamo preoccupati per l'atteggiamento di arroganza e protervia di Prodi che arriva a dettare delle condizioni che non rispettano le regole votate dal Parlamento». Mentre il ministro Mario Landolfi, sempre di An, non ha dubbi: «Prodi è un uomo in fuga. Ha gettato la maschera: non vuole confrontarsi. È una scelta grave perché impedisce alla Rai di eseguire un preciso indirizzo parlamentare». Invoca l’intervento della Commissione di Vigilanza Francesco Storace: «Prodi dice niet. Petruccioli si accuccia. Gentiloni prende atto. Fanno tutto da soli. Ma il Parlamento? E la commissione di vigilanza?». Punta il dito contro il presidente della Rai Claudio Petruccioli, il vice coordinatore di Fi. Secondo Fabrizio Cicchitto è «gravissimo che Petruccioli si presti a questo tentativo di cambiare le carte in tavola.

Il dibattito televisivo non può essere oscurato perché il centrosinistra si è reso conto che Prodi ha un’immagine repellente. La situazione è grottesca: Prodi è in preda al panico e vuole evitare ogni confronto televisivo con Berlusconi».

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