I megafoni sono pronti, gli striscioni con le scritte spray sono quasi finiti. Lautunno caldo degli studenti entra nel vivo e parte la stagione delle occupazioni. Da oggi, per le prossime due settimane, i collettivi studenteschi hanno in programma di tutto. Si comincia con i picchetti fuori dal portone, con la propaganda, le riunioni durante lintervallo. E poi, quando a scuola il clima sarà acceso al punto giusto, si dichiarerà lautogestione.
Lunedì prossimo sono in programma loccupazione del liceo Parini e del Severi. Tra questa settimana e la prossima anche gli altri istituti entreranno in mobilitazione. Con lo stesso copione: «No ai tagli alla scuola, no alla trasformazione degli istituti in aziende, no alla Gelmini». I registi di ogni protesta, quelli che decidono il quando e il dove, sono sempre loro: quelli del Cantiere di viale Monte Rosa. Non tutti studenti delle superiori, si sa, e legati a doppio filo ai centri sociali. Non mancheranno cortei - autorizzati o meno - e proteste a sorpresa. In attesa che l«onda anomala» (così era chiamato il movimento studentesco lo scorso anno) arrivi anche nelle università. Si proseguirà almeno fino al 12 dicembre, quarantesimo anniversario della strage di piazza Fontana. E, se fosse per gli studenti dei primi anni, anche oltre.
A parte la protesta sui generis del liceo serale Ghandi, questanno a fare da apripista è stato il liceo Volta, il primo ad occupare. «Stavolta i collettivi non centrano nulla» spiegano gli studenti mentre preparano la colazione della domenica. Un centinaio di ragazzi, non contenti della settimana di scontri e di arresti durante i cortei, hanno fatto irruzione nellistituto durante la notte e si sono appropriati delle aule. Assemblea dopo assemblea, proseguiranno il più possibile, finché avranno abbastanza adesioni. Parleranno di riforma, di crocifisso in aula, di omofobia. Ma, puntualizzano, non è un pretesto per saltare le lezioni, ma «unoccasione per confrontarci» e per opporsi al ddl Aprea che, a detta loro, «trasformerà i consigli distituto in cda».
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