Ultime ore d’inferno. Poi la fuga a casa, o la tanto agognata vacanza. Sì, perché i 627 turisti imbarcati sulla Costa Allegra che questa mattina riusciranno a raggiungere il porto di Mahé, pur con qualche ora di ulteriore ritardo sulla tabella di navigazione, non scapperanno subito dalle Seychelles appena toccata terra. La maggior parte degli ospiti si godrà comunque le spiagge e le acque cristalline. In 376 hanno scelto di farsi «ripagare» da Costa Crociere con una supervacanza con tutti i comfort per la terribile avventura seguita all’incendio e al black out di bordo. Vogliono farsi coccolare come avevano deciso scegliendo la crociera. E vogliono riconciliarsi con il caldo tropicale, dopo aver boccheggiato ai trenta gradi, senza aria condizionata, accampati sui ponti esterni della Costa Allegra.
Una situazione, quella vissuta dai crocieristi, che ha sconvolto persino il loro salvatore, il comandante del peschereccio francese Trevignon, che ha trainato la nave fino all’isola di Mahé. «Le condizioni di vita a bordo dell’Allegra sono difficili; il meteo è buono ma la navigazione è faticosa - spiega Alain Derveute a Tgcom24, che rivela anche le scelte fatte per garantire al massimo la sicurezza delle persone a bordo -. Siamo in due ad alternarci al timone, perché per sicurezza abbiamo deciso di escludere il pilota automatico. A bordo dell’Allegra le condizioni di vita sono difficili: non c’è elettricità e il caldo è soffocante con 30 gradi all’esterno, ma all’interno deve essere ancora peggio. Sulla nave arriva un elicottero due o tre volte al giorno che getta scatoloni contenenti generi di prima necessità».
Una vera e propria opera di salvataggio estremo, una corsa contro il tempo che terminerà questa mattina. Anche perché non è solo il caldo a far paura. «Sappiamo che sono acque battute dai pirati - aggiunge il comandante del Trevignon - ma i passeggeri sono sicuri perché a bordo dell’Allegra ci sono imbarcati dei militari. È un fatto eccezionale e non mi era mai capitata prima una cosa simile».
Un fatto eccezionale che probabilmente rappresenta anche un’occasione irripetibile per lo stesso equipaggio del peschereccio d’altura. In un cero senso, una «fortuna» che in termini economici può valere quanto interi anni di pesche miracolose. Sì, perché il soccorso prestato alla Costa Allegra andrà ricompensato e anche molto lautamente. La compagnia genovese non fornisce cifre sull’accordo raggiunto con l’armatore del Trevignon, ma le norme e le consuetudini riconoscono un giusto premio a chi salva navi e aerei in difficoltà, e soprattutto i loro occupanti. Impossibile fare stime certe, ma per il «costo» del salvataggio si potrebbe dover usare i milioni di euro come unità di misura. Il traino di una nave come la Allegra prevede innanzitutto un rimborso spese: più di 10mila euro al giorno solo per i costi vivi. Poi c’è tutta la parte variabile, quella che il codice della navigazione italiano individua come «contratto di salvataggio» e in particolare prevede che almeno due terzi della cifra venga distribuita tra l’equipaggio «salvatore» proporzionalmente allo stipendio percepito. Una norma ovviamente nazionale non direttamente applicabile al caso Costa nel mare delle Seychelles, che però trova riscontri analoghi anche in regole unanimemente accettate nel resto del mondo. E qui, per l’appunto, i soldi per pagare il soccorso diventano davvero tanti. Abbastanza per cambiare la busta paga dei pescatori francesi.
Questa sarà ovviamente la parte meno dolorosa per la Costa Crociere. Al lato economico penserà ovviamente l’assicurazione. Il vero danno resta quello d’immagine per la compagnia e per tutto il settore delle crociere. I primi dati dopo il nuovo, clamoroso incidente, parlano di un crollo delle prenotazioni già valutabile tra il 15 e il 22 per cento.
Dati forniti da Roberto Corbella, presidente di Astoi, organizzazione dei tour operator. Che però fa solo una fotografia della situazione attuale: impossibile prevedere il futuro, anche immediato, con eventuali e ulteriori cali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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