Snob di tutto il mondo tremate, uno spettro s’aggira per l’Europa, lo spettro delle centinaia di guaglioni canterini clonati all’ombra del Vesuvio. Eccoli i nuovi neomelodici, o postmelodici, raccolti nel libro Vesuvio pop, la nuova canzone melodica napoletana, un esercito di canterini eredi di Nino D’Angelo e Gigi D’Alessio. Si fanno largo nei vicoli, alle feste di piazza e ai matrimoni, poi passano a studi di registrazione artigianali, a case discografiche undeground che spuntano come funghi sfornando cd a getto continuo, tentando il salto dalle strade alla ribalta.
È uno strano fenomeno, tutto napoletano, con tv private che trasmettono musica 24 ore su 24, con sale da concerti sempre strapiene, tutti ormai popolarissimi tra i vicoli e le «guagliuncelle», e pronti a lanciare nell’immaginario popolare la loro immagine di divi alla D’Angelo e alla D’Alessio di oggi.
E allora fuori i nomi delle «promesse»; Alessio è il capostipite del movimento, quello che ha sposato la tradizone con un pizzico di soul, che canta anche in spagnolo e il cui brano Ma si vene stasera spicca nella colonna sonora di Gomorra. Tra quelli con un piede nel successo c’è Raffaello, 22 anni, inventore del «Pop Nap Sound», anche il suo hit La nostra storia si può ascoltare in Gomorra e i suoi brani sono trasmessi da Radio Deejay e perfino dalla tv francese. Tra gli altri big Rosario Miraggio, figlio d’arte di Franco Miraggio (neomelodico scomparso da poco) cresciuto nelle tv locali: in concerto duetta spesso con D’Alessio che ha prodotto il suo ultimo album Prendere o lasciare. Tony Colombo (siciliano di nascita) è un altro pretendente che canta nei palazzetti dello sport di mezza Italia e ha un buon seguito anche a New York; il suo ultimo cd si intitola, provocatoriamente, Si accettano scommesse.
Tra le promesse Gianni Fiorellino con due partecipazioni a Sanremo giovani (quarto nel 2002 con Ricomincerei), dischi come Featuring con Dodi Battaglia dei Pooh e collaborazioni con bluesmen come Roberto Ciotti e ancora Vito Sirio recente vincitore del Festival di Napoli, Nando Mariano scoperto da Nino D’Angelo, Mimmo Dany soprannominato il «molleggiato neomelodico» per la sua vena leggermente rock (ha anche diretto e girato il film me ne vado in vacanza, e ancora Tony Arco, la sexy cowgirl Valentina, Fortuna che ha inciso un album con Caterina Balivo e tantissimi altri, che fanno gavetta dura e spesso sbucano nelle trasmissioni di punta di Mediaset e Rai aspettando l’occasione giusta. Non a caso sono tutti belli e curano molto l’immagine, non si sa mai.
«Non sono un cantante alla Mario Merola né per lo stile né per i contenuti delle canzoni», diceva D’Angelo nel 1986. Il pop postmelodico è l’evoluzione di quella filosofia.
«Io ho fatto un disco dai suoni un po’ più americani per distinguermi dagli altri - dice oggi Alessio - perché queste canzoni sono tutte uguali, parlano sempre d’amore». «Io voglio cantare il romanticismo in modo moderno, senza dimenticare le radici ma vivendo nel mondo di oggi», passata dal mondo dei pianobar a quello dei dischi.
Un’altra tappa nell’evoluzione (o nella sopravvivenza?) del melodismo partenopeo, che si collega e al tempo stesso cerca di smarcarsi dalla tradizione di Salvatore di Giacomo e di Aniello Califano (autore di Ninì Tirabusciò e ’O surdato ’nnamurato e di sopravvivere alla rivoluzione rock nata da Osanna, Pino Daniele, Napoli Centrale. Saranno famosi?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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