Politica

L’opposizione sogna l’esecutivo d’emergenza

Il Pd è «pronto ad un governo che superi Berlusconi e vada oltre Berlusconi», annuncia Dario Franceschini. Sul come e con chi farlo, il capogruppo democratico a Montecitorio si tiene sul vago. Esulta l'Udc

Roma - Il Pd è «pronto ad un governo che superi Berlusconi e vada oltre Berlusconi», annuncia Dario Franceschini. Sul come e con chi farlo, il capogruppo democratico a Montecitorio si tiene sul vago, ma una cosa è chiara: mancando all’opposizione i numeri in Parlamento, il governo «oltre Berlusconi» andrebbe costituito con pezzi di maggioranza, tra Pdl e Lega, disponibili al «superamento».
Sarebbe, spiega Franceschini, una necessaria «risposta di emergenza» nel caso in cui il governo entrasse in crisi. Ma, soprattutto, nel caso in cui Berlusconi «decidesse un colpo di mano per tornare sul terreno su cui è più bravo, quello delle elezioni anticipate». Ecco: davanti allo scenario di una fine prematura della legislatura e all’ipotesi che Berlusconi cerchi di «andare al voto per liberarsi degli ultimi ingombri, di Fini, di tutti quelli che gli danno fastidio e per avere un mandato totale», il Pd dovrebbe accantonare le proprie diatribe su «prospettiva, coalizioni, vocazione maggioritaria» ed essere pronto a «difendere la democrazia e le regole di convivenza comune». Insieme a chi ci sta.

Ad esultare è l’Udc: «Finalmente anche dalle parti del Pd qualcuno si sveglia», celebra il segretario Lorenzo Cesa. Esattamente una settimana fa, e dal medesimo studio di In mezz’ora, la trasmissione di Lucia Annunziata, Pier Ferdinando Casini aveva lanciato l’idea di un «governo di salute pubblica», ovviamente per fare «le riforme», con dentro di tutto un po’: destra, centro e sinistra. A stretto giro era arrivata la doccia fredda di Pierluigi Bersani: «Meglio lavorare per l’alternativa», aveva detto il segretario Pd. Ma nel suo partito, nell’ultima settimana, si sono moltiplicati i segnali di disponibilità, da Matteo Colaninno (che indica Tremonti come possibile perno di un «esecutivo amplissimo» chiamato a gestire la crisi) al veltroniano Enrico Morando che apre al dialogo su «riforme economiche strutturali». Di possibile «governo di unità nazionale» parla con chiarezza anche l’ex Ppi Peppe Fioroni, che avverte che è «irresponsabile seguire la cetra del novello Nerone, Antonio Di Pietro, che continua a strattonarci perché pensa di lucrare se si andasse al voto anticipato».

Oggi Fioroni constata soddisfatto che anche Franceschini si è convertito al «senso di responsabilità» che deve spingere il Pd a «anteporre la salvezza dell’Italia ai propri interessi». Ora, aggiunge l’ex ministro - sottolineando che l’ala ex Ppi è con lui - «tocca a Bersani» dare un segnale. Il segretario del Pd intanto attacca sulla corruzione: invita alle dimissioni chi è colpito da inchieste e liquida il centrodestra come un «cesto di mele marce».

Toni più da pre-campagna elettorale che da larghe intese.

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