L’Ue accelera: via alla Tav o tagliamo i fondi

La relazione degli esperti: «Le previsioni di traffico e gli aspetti relativi alla salute e all’ambiente sono coerenti»

Stefano Filippi

nostro inviato a Torino

Dopo i tentennamenti dei rifondatori torinesi, costretti dall’accordo preelettorale con Sergio Chiamparino a una incredibile marcia indietro, ecco un’altra spallata al fronte contrario ai treni veloci in Val Susa. Il colpo viene da uno studio redatto da un gruppo di esperti indipendenti che stamattina sarà presentato nella prefettura di Torino dall’ex commissario europeo ai Trasporti Loyola De Palacio. I consulenti danno via libera al contestatissimo tracciato: scrivono che i timori della popolazione sono ingiustificati, che il progetto è privo di alternativa e che in mancanza di una rapida decisione del governo sono a rischio i fondi europei. Si è già accumulato un ritardo di 30 mesi e altre dilazioni sarebbero fatali.
Un puntello in meno per i valligiani piemontesi e la sinistra radicale che contrastano il nuovo asse ferroviario e sono giunti nei mesi scorsi a una durissima prova di forza con il governo e le forze dell’ordine. I no-Tav sminuiscono il dossier. Rifondazione comunista, con l’eurodeputato Vittorio Agnoletto e il segretario regionale Alberto Deambrogio, sostiene che si tratta di un semplice rapporto tecnico «voluto da una persona molto interessata»: la spagnola De Palacio, coordinatrice della linea veloce Lione-Budapest, uno dei sei progetti individuati da Bruxelles come prioritari per la rete transeuropea di trasporto.
Invece la perizia indipendente di circa 180 pagine è già pubblicata sul sito internet della Commissione europea e il successore della De Palacio, Jacques Barrot (che della Commissione è vicepresidente), ha detto ieri che «questa valutazione fornisce un’informazione trasparente e imparziale ed è un elemento essenziale per rilanciare il dialogo in Val Susa. Gli interrogativi della popolazione meritano risposte concrete e questa relazione permetterà di giudicare, su basi oggettive, della pertinenza del progetto e delle misure previste per proteggere l’ambiente e controllare i rischi potenziali, in particolare sulla salute».
Lo scorso dicembre è stata la stessa Commissione, spiega un comunicato di Bruxelles, a incaricare un gruppo di esperti indipendenti di valutare «la coerenza degli studi realizzati dalla società Lyon-Turin Ferroviaire (Ltf) rispetto alle preoccupazioni della valle di Susa». Lo studio si è concentrato sulla tratta fra Saint Jean de Maurienne, in Francia, e Bruzolo, cioè la «sezione internazionale» che comprende il lunghissimo tunnel di Venaus. La conclusione è che «le previsioni di traffico e gli aspetti relativi alla salute e all’ambiente sono coerenti».
Gli esperti hanno esaminato la documentazione fornita sia da Ltf sia dagli oppositori al progetto. Salute, ambiente, tracciati alternativi, confronto con i nuovi trafori svizzeri del Lötschberg e del Gottardo che hanno fronteggiato problemi analoghi. «Ltf ha trattato in modo soddisfacente i progetti criticati, con indagini molto approfondite anche riguardo gli aspetti più controversi (amianto, radon, gestione dello smarino, trasporto)», sentenziano i periti. «La Lione-Torino - aggiunge la Commissione - è un progetto essenziale per l’Europa al fine di sviluppare alternative al trasporto su strada nelle valli alpine, particolarmente sensibili all’inquinamento e la congestione. La nuova infrastruttura è necessaria per fare fronte all’aumento previsto del traffico, e permettere il trasferimento verso il ferro di una parte non trascurabile del traffico merci».
Il dialogo auspicato dal dossier De Palacio non sarà facile. Rifondazione e i Verdi rimangono sulle loro posizioni mentre la sinistra riformista apprezza apertamente la perizia europea. Dice Ermete Realacci (Margherita), presidente onorario di Legambiente: «La realizzazione del Corridoio 5 è indispensabile per il Paese; quanto alla soluzione per l’alta velocità in Piemonte, la parola deve tornare alla politica e in tempi brevi». Il governatore Mercedes Bresso (Ds) giudica il documento «decisamente soddisfacente. Si rafforzano gran parte delle valutazioni che esprimo da tempo. Ora avanti con i lavori dell’Osservatorio».

In un’interrogazione gli eurodeputati Bonsignore, Braghetto, Dionisi (Udc) e Mauro (Forza Italia) chiedono se esista un pericolo «effettivo e concreto» per la salute dei residenti e a quanto ammontano «i ritardi accumulati nella realizzazione dell’opera e i maggiori costi derivanti».

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