Nella partita infinita a difesa dell'uliveto millenario di Quarto, il comitato spontaneo dei cittadini di via Antica Romana della Castagna, via Ribaldone e via Scala mercoledì sera ha segnato un «goal» pesante: la commissione territorio del nono parlamentino, infatti, ha bocciato il progetto del gruppo Fossati, anche nella sua seconda versione, in realtà molto simile alla prima. Vale a dire: due palazzine con venti appartamenti e altrettanti box ricavati proprio nell'area dell'antico uliveto murato di via della Castagna, che verrebbe messo seriamente a repentaglio dal nuovo intervento edilizio. Per la commissione presieduta da Marco Drago (Democratici di sinistra), il secondo progetto in realtà ricalcherebbe a grandissime linee quello già respinto sei mesi fa dallo stesso consiglio di circoscrizione, compatto nel pronunciarsi a difesa di un'area di grande pregio storico-ambientale. Da allora nulla è cambiato, a parte la dimensione del tetto di una delle due palazzine, spostata un paio di metri più in basso. Di qui il parere contrario della commissione, che lunedì prossimo passerà al vaglio del consiglio. Marco Compagnino, capogruppo dei Verdi illustra le tappe successive della partita: «Lunedì sera chiederemo in circoscrizione l'intervento della Soprintendenza ai beni ambientali e monumentali della Liguria, perchè apponga un vincolo d'inedificabilità su tutta l'area compresa tra via Ribaldone, via Antica Romana della Castagna e via Scala, allo scopo di tutelare questo sito nella sua interezza». Tra l'altro lo stesso sovrintendente Giorgio Rossini, in una recente intervista, aveva citato il caso dell'uliveto millenario di Quarto («rischia di fare una brutta fine»), come emblematico della cementificazione selvaggia nella nostra regione e di quella norma del Puc, che consente il trasferimento di volumi «incompatibili» da un'area all'altra della città.
Non a caso, le speranze dei residenti sono in gran parte riposte proprio in un intervento «forte» della Sovrintendenza a salvaguardia dell'uliveto, «ma anche del campo da tennis sul quale verrebbero costruite le palazzine, e della villa rustica danneggiata, che poggia su antiche rovine», scandisce l'architetto Ester Quadri. L'idea del comitato è quella di salvare dalle ruspe la villa, acquistandola o prendendola in locazione, affinchè diventi in un futuro neppure troppo lontano un museo dell'arte olearia con annesso orto botanico pre - colombiano, «per ricostruire l'ambiente dell'uliveto murato, quale era al tempo del suo insediamento con orti, piante aromatiche e medicinali», incalza Enrico Vincenzo Dellachà. Che a sua volta propone di creare un'associazione tra cittadini senza fine di lucro, allo scopo di custodire e rendere fruibile al pubblico l'antico sito di via Romana della Castagna. Su basi di volontariato, quindi, e senza pregiudizio per l'attuale proprietà. Un fatto è certo, per i rappresentanti del comitato «neppure nel secondo progetto ci si è preoccupati veramente di salvaguardare la visuale panoramica delle crose da via Scala, dove oggi chi passa vede piante di ulivi e cielo azzurro, mentre domani solo quattro o cinque piani di case».
Altra questione spinosa, quella del campo da tennis, al cui posto verranno costruite le due palazzine di venti appartamenti. «Per noi il campo riveste una valenza sociale importantissima, essendo l'unica struttura di questo genere aperta al pubblico in tutto il quartiere - sottolinea Ester Quadri -. E deve rimanere dove si trova adesso, senza essere trasferito nella residua area a verde, a danno di manufatti di interesse storico». Mentre nella relazione illustrativa del secondo progetto, il terreno di gioco verrebbe spostato proprio a ponente del rio Fontagne, quindi all'interno dell'uliveto millenario.
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