Cronaca locale

L’ultima pazza moda di Brera? Bere un calice di eau de toilette

Il profumo fa tendenza e, da tempo, è già scoppiata la mania delle essenze. Molti colossi industriali scelgono la vaniglia e i toni agrumati del mandarino per le loro boutique nel mondo, catene alberghiere optano per gelsomino, fico e chiodo di garofano, mentre per aeroporti e ospedali, sono allo studio aromi rilassanti per tranquillizzare viaggiatori e pazienti.
Nel settore del divertimento furoreggiano location di culto per veri modaioli, bar a parfums, luoghi ideali dove ci si ferma per “assaggiare” un profumo come se fosse un vino pregiato, o uno champagne, ovvero entri, ti siedi, ordini l’essenza preferita, magari impari anche a truccarti e trovi il profumo che è meglio per te, secondo i principi della olfatto-terapia, tutto in un ambiente chic e moderno, nel quale puoi anche giocare a decifrare i profumi. A Milano al Bar a Parfums Olfattorio di via Brera si "assaggiano" oltre duecento diverse essenze che si possono portare a casa in un calice di cartone appositamente realizzato, oppure acquistare sul posto.
L'idea è venuta a Giovanni Gaidano e Renata De Rossi, titolari di Cithera, ditta importatrice e distributrice in Italia di vari marchi. Qui si possono ordinare essenze per donna, ma anche per uomo e profumi per la casa, per trovare la fragranza che meglio si accosta al proprio spirito. Ad ogni profumo viene raccontata una storia, tra le fragranze ci sono Hammam Bouquet - profumo di Luchino Visconti e Franco Zeffirelli - Blenheim Bouquet, scelto da Winston Churchill, Pierce Brosnan ed Emanuele Filiberto di Savoia, Diptyque, profumiere parigino di Boulevard Saint Germain, dove acquistano candele profumate Karl Lagerfeld, Ines de la Fressange, Catherine Deneuve.
«E’ il modo più ludico e contemporaneo per avvicinarsi al mondo dei profumi» dicono Giovanni e Renata. In particolare quando, «tra una vaporizzazione e l’altra all’interno degli speciali calici di carta che per la forma particolare ne potenziano le capacità olfattive senza alterare le molecole, si raccontare qualcosa di più sulla fragranza». Una pausa insolita non solo per uno shopping à la page, ma anche per informarsi, scoprire curiosità e approfondire l’argomento. «Credo che anziché semplici profumerie dovrebbero diventare quasi centri di cultura legata all’olfatto» spiega Mariangela Rossi, autrice del Libro del profumo (Tea). «Attenzione però a non esagerare nella degustazione: mai usare lo stesso calice per più fragranze, procedere per piccole inspirazioni per permettere al bouquet di evolversi e non inebriarsi con troppe essenze. Tre o quattro al massimo sono sufficienti per avere un’idea dell’acquisto. Inoltre il senso dell’odorato tende dopo un po’ a saturarsi se troppo sollecitato» suggerisce Rossi. Una curiosità: tra una degustazione e l’altra sarebbe l’ideale annusare chicchi di caffè, perché copre gli odori e libera le narici per la fragranza successiva.
E, giusto per offrire qualche altra alternativa, segnaliamo sempre in via Brera un negozio, Profumo, con marche selezionate ed esclusive come Parfumerie Generale, Mona Di Orio - che ha ideato cinque profumazioni d’autore - o, tra le altre, Malin+Goetz. Il tutto sapendo che anche il profumo è anche per gli ambienti: «Un profumo di interni deve sottolineare un ambiente senza mai invaderlo, evitando di lasciare una scia forte, poco elegante, soprattutto al maschile» consigliano gli esperti dell’olfatto.

Ma sulla maleducazione olfattiva si batteva già una storica maestra di bon ton, Colette Rosselli, che dalla sua rubrica di galateo ha consigliato negli anni generazioni di lettrici.

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