Ciò che le righe del «Milione» tacciono, sfolgora però in una mappa che sfodera credenziali di autenticità. La ripropone VDS, magazine parigino di attualità, in questi giorni in edicola. Più che una notizia, sarebbe una conferma: due secoli prima dell'Ammiraglio del Mare Oceano, l'intraprendente veneziano avrebbe calcato il suolo del Nuovo Mondo. La rivelazione sta in una carta, nota con il nome di «Mappa con Nave» risalente al 1294 (datazione al radiocarbonio e analisi ai raggi X del materiale scrittorio, effettuati dall'Fbi, confermano con qualche riserva di probabili aggiunte e riscritture), custodita alla Library of Congress, donazione di Marcian Rossi, un uomo d'affari di origine italiana. Già nel 1948 lo storico svedese Leo Bagrow aveva studiato il documento, ricavandone l'idea che quella mappa (uno schizzo senza pretese scientifiche, privo di indicazioni nautiche precise, ma che lasciava adito a pochi dubbi sulla forma delle terre disegnate) era il diario visivo di una missione che, attraverso lo stretto di Bering, aveva portato Marco Polo a ispezionare l'Alaska e la costa nordoccidentale degli Usa, almeno fino all'Oregon.
Curiosità da cartografo? Incompatibile con uno spirito curioso,madel tutto pratico, come quello dell'agente veneziano. Lo scopo era di tracciare, ai fini della tassazione, per il reggentemongolo, Kublai Khan, un quadro dei lucrosi traffici mercantili (coloranti, oro, pietre preziose, giada, spezie, legnami di provenienza brasiliana) tra la Cina e l'America.
Scopriamoche quel tratto dimare tra l'estremo oriente asiatico e il nuovo mondo era più trafficato di un'autostrada durante l'esodo estivo. Il supporto sta in un gustoso racconto della figlia di Marco, Bellela, forse anche autrice materiale della mappa, che accanto ai profili dei territori, mostra una nave veneziana e il sigillo cifrato dei Polo. In missione diplomatica a Sakhalin - narra Bellela - Marco Polo incappò in una bufera che lo scaraventò sulle coste della Kamchatka (la «Penisola dei Cervi») dove un mercante siriano, Biaxo Sirdomap, veterano dei traffici di pellicce, informò il viaggiatore che, a est, si stendeva la «Terra delle Foche», ghiacciai a picco sul mare, probabilmente l'Alaska. Altri indizi fioccano. Marco ci racconta di viaggi transoceanici della durata di unanno compiuti dai Giapponesi (che chiamavano il continente americano «Terra delle Donne ») e di un'isola «dei Falconi» a 40 giorni di navigazione a est della Cina, il periodo sufficientea unagiunca d'alto mare per approdare alla Columbia Britannica. Questi i fatti, documentati dalla splendida «Mappa con Nave ».Mada qui a dire che Polo è il vero scopritore dell' America, forse, ce ne corre. La parola agli storici. Sappiamo che Colombo fu lettore entusiasta del «Milione». Maresta lui il coraggioso capace di trasformare il terribile Atlantico in un lago interno, lui ad azionare il volano economico, culturale e politico che dal Medioevo porta dritto filato all'oggi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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