Sono tutti matti, scrive Veltroni. E a chi si riferisce? Alla prima sfilata dei carri di Viareggio? Ma no: quelli «tutti matti» sono i suoi alleati. Gli uomini del centrosinistra. È lì il vero Carnevale, dove ogni scherzo vale: il sindaco di Roma, che è persona seria, li guarda, scrive biglietti sottobanco e ride. Prodi e Luxuria, come maschere, in fondo, sono quasi meglio di Gianduja e Brighella. Sono tutti matti. Pensateci: è vero. Per mesi hanno continuato a ripetere: noi discutiamo il programma, a noi interessa solo il programma. Poi quando finalmente hanno detto: ecco il programma, siamo riusciti finalmente a metterci d'accordo, è esploso il disaccordo. Vi pare? Una commedia così nemmeno Goldoni sarebbe riuscito a scriverla. Infatti per presentarla si sono trovati in un teatro. Solo che radicali, socialisti e repubblicani europei hanno disertato la rappresentazione.
Sono tutti matti, atto secondo. Mentre ci si interroga sulla evidente assenza in platea, ecco che appare in scena uno dei mattatori di questo sinistro Carnevale: Francesco Caruso. Il leader dei no global e candidato di Rifondazione comunista in settimana si era già divertito a dire: a) che l'appello di Ciampi alla pace olimpica dev'essere considerato come un inutile brusio; b) che i kamikaze palestinesi vanno per lo meno capiti; c) che è sempre meglio essere come Hamas che come Mastella (di cui per altro il medesimo Caruso, forse non sapendolo, è alleato); e infine d) che, appena diventato onorevole, cercherà di festeggiare l'elezione con un blitz alla Nato.
Ce ne sarebbe abbastanza per giustificare il «sono tutti matti» di Veltroni che infatti non a caso nel biglietto malandrino (scritto a Casini e dimenticato in un'aula del Campidoglio) cita esplicitamente il disobbediente napoletano. Con lui, confida, «il Paese non uscirà mai dai guai». Sarà per questo che gli danno un seggio? Ce ne sarebbe abbastanza, dicevamo. Se non fosse per il fatto che Caruso adesso vuole strafare. L'ultima esternazione? «Per dare un reddito ai disoccupati», dice, «proporrò in Parlamento l'esproprio della barca di D'Alema». Il che, aggiunge, ai dubbi sulle sue doti politiche, anche qualche dubbio sulle sue capacità matematiche: se pensa di dare un reddito ai disoccupati con una barca, che cosa proporrà per risanare definitivamente il debito pubblico? La tombolata di Natale?
Caruso deve fare di più: quale sarà la prossima idea? L'esproprio del portamonete? Per portarsi avanti ieri alla kermesse elettorale dell'Unione sono stati borseggiati alcuni giornalisti. Una pura casualità, s'intende. Ma intanto Prodi, dopo aver chiesto di moderare i toni, andava in giro parlando di sterco. Fra espropri e sterco, il povero Veltroni dal Campidoglio ha un bel dire che è il «momento delle scelte alte». Come si fa? Lui forse ha in mente di avvicinarsi un po' al Casini del centrodestra, che, in ogni caso, è sempre meglio dei casini del centrosinistra. Nel frattempo è costretto a rifugiarsi nei sondaggi che gli fornisce Fassino: l'Unione è a più cinque punti, scrive confidenzialmente. Forse non è vero. Forse i punti sono un po' di meno, forse quel sondaggio dice anche che al Senato la Cdl ha 4 seggi in più del centrosinistra e forse è addirittura vero come annuncia Berlusconi che le nuove rilevazioni registrano il sorpasso della Cdl sul centrosinistra.
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