L’Unione non condanna la violenza

Francesco Gambaro

Il numero legale non c'è. La seduta è sospesa. La solidarietà a Letizia Moratti e alla sua famiglia dopo i fischi e gli insulti subiti a Milano in occasione del 25 aprile può attendere. La mozione presentata ieri in Provincia dai gruppi consigliari di Forza Italia, An, Udc e Lega Nord per condannare «la violenta e indecorosa gazzarra» di cui è stato oggetto il ministro Letizia Moratti insieme al padre è caduta nel vuoto. Al momento di votarla mancava il numero legale. I banchi del centro sinistra erano desolatamante vuoti. Lorenzo Zito (Forza Italia) ne prende atto, ma non si stupisce più di tanto: «Non è la prima volta che succede. Forse i consiglieri della maggioranza stavolta erano troppo impegnati a non lasciarsi sfuggire il convegno del partito democratico col sindaco Giuseppe Pericu…». Se ne riparlerà (forse) la prossima seduta del consiglio provinciale.

Perché - dice Roberto Bagnasco, capogruppo azzurro a Palazzo Spinola e firmatario della mozione insieme a Marco Limoncini (Lega Nord), Andrea Cuneo (Udc), Augusto Sartori (An) e Lorenzo Zito (Fi) - «la contestazione a Letizia Moratti e al padre, internato a Dachau, medaglia d'argento della resistenza, rappresenta una gravissima negatività a favore di quel processo unitario e di pacificazione nazionale più volte ricordato da Ciampi». Bagnasco aggiunge che «la colpa di stare politicamente con il centro destra non può rappresentare giustificazione alcuna nei confronti di un atteggiamento che chiama in causa responsabilità più vaste degli autori».

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