L' università del terrore nella moschea di Perugia

Una cellula vicina ad Al Qaida: i militanti venivano addestrati a fabbricare bombe e a pilotare Boeing 747 per missioni suicida. Arrestati l’imam e due assistenti. Ritrovate istruzioni per costruire armi chimiche. Lezioni in orari e contesti estranei alle attività religiose e di preghiera

L' università del terrore 
nella moschea di Perugia

da Perugia

La moschea trasformata in scuola di addestramento per le reclute del terrorismo. E l'imam avrebbe svolto le funzioni del sergente di ferro, quello che forma i guerriglieri più duri, più spietati, più assetati di sangue. Con un blitz, scattato alle quattro del mattino, gli uomini della polizia hanno arrestato l'imam Korchi El Mostafa di 41 anni, Mohammed El Yari di 47 anni e Driss Safika di 46 anni, tutti marocchini aiutanti dell’imam e guardiani della moschea, presidiata giorno e notte, in via Mastrodicasa a Ponte Felcino, quartiere popolare, sulle rive del Tevere.
Sono state effettuate anche una ventina di perquisizioni, nel corso delle quali, sono stati sequestrati pezzi di armi, ordigni e materiale chimico, da analizzare. I tre - che si sospetta siano legati allo sceicco del terrore, Osama Bin Laden - si erano asserragliati e barricati all'interno della moschea - i cui locali sono stati concessi dalla circoscrizione per le attività di culto islamico - e non erano affatto intenzionati ad aprire. I poliziotti hanno dovuto frantumare un vetro per entrare. I tre sono stati arrestati (un quarto è risultato irreperibile; si troverebbe in Marocco da qualche tempo). Tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. L’accusa è di aver addestrato alterrorismo, anche internazionale, i fedeli della moschea. Gli arrestati avrebbero ricevuto informazioni e istruzioni per la preparazione di armi chimiche, materiali esplosivi, armi da fuoco, armi bianche. Ma non solo, tra le istruzioni le tecniche di combattimento corpo a corpo, di agguato e di uccisione, il collocamento di esplosivo in locali pubblici affollati (come stadi, mercati, università e l'esecuzione di atti di terrorismo. Fino ad arrivare alla più inquietante: istruzioni per la guida di un Boeing 747, la realizzazione, l'invio e la lettura di messaggi criptati, l'accesso a siti riconducibili a organizzazioni terroristiche di matrice islamica con gli stratagemmi per eludere le intercettazioni. L'operazione - denominata «Hammam» (è il nickname che l’imam utilizzava per scaricare il materiale di Al Qaida da internet) - scaturisce da una complessa indagine avviata dalla Digos di Perugia.
All’interno della moschea era stata piazzata anche una telecamera (oltre ad altri sosfisticati sistemi ed apparecchiature tecniche) grazie alla quale è stato possibile filmare le lezioni di quella che appare come una sorta di «università del terrore» per aspiranti martiri e terroristi. L'imam avrebbe fornito modelli di comportamenti da martire e da terrorista anche alla figlia minorenne. Sono stati trovati e sequestrati numerosi Cd utilizzati come materiale didattico. Inoltre sono stati rinvenuti componenti chimici (nitrati, sembra) e parti meccaniche, la cui destinazione è ancora in fase di accertamento. Trovati anche oggetti (telefonini) utilizzabili per il comando a distanza per eventuali esplosioni. Nel pomeriggio una dozzina di soggetti (si tratterebbe di clandestini individuati nel corso dei controlli e delle perquisizioni) sono stati inviati ai centri di permanenza temporanea, in attesa dell'espulsione.
L'indagine era partita da una voce secondo la quale l'imam, nell'estate del 2005, avrebbe aiutato un estremista islamico, uscito dalla scuola di Ponte Felcino, a raggiungere l'Iraq. Quest'uomo sarebbe vivo e prigioniero. Del quarto uomo del gruppo si sa che si troverebbe in Marocco. Le autorità italiane ne chiederanno l'estradizione. In paese tutti lo conoscevano come una persona «educata» e «per bene».

Ma Corano e Ak47 avevano trovato in lui la massima sintesi. Ma per gli investigatori l’attività religiosa era solo una copertura: la vera missione di Korchi El Mostafa era preparare guerrieri e martiri per la Jihad. Nel nome di Osama Bin Laden.

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