L’uomo che crea l’energia nell’ex cotonificio

L’uomo che crea l’energia nell’ex cotonificio

Una passione ecocompatibile e il vizio di progettare nel segno di Lavoisier. A Borzonasca, dove il vecchio cotonificio dismesso diventa la centrale idroelettrica Sant'Anna. Che da un anno vende energia al gestore di rete, viene a patti con i salmonidi e accidenti se riqualifica. Tutta colpa di Ivano Vallarino e del suo tarlo per le fonti rinnovabili che materializza nella Ecopower Energia srl, titolare della Sant'Anna. La fonda nel 2003, acchiappa e riattiva una centrale idroelettrica a Rossiglione e mette a segno il sogno. È il primo successo, nulla si crea e nulla si distrugge: Vallarino prende il vecchio impianto e lo ribalta perché «il nostro futuro sta nelle fonti rinnovabili e arriva dalla terra; è qui l'energia di cui abbiamo bisogno». Un processo a combustione lenta che razzola alternative e siti in cui individuare la magnifica sintesi fra tecnologia e ambiente. La trova a Borzonasca ed è subito amore. Un cotonificio del 1878, quattro piani fuori terra e telai silenziosi ad evocare vite e storia. Funzionava utilizzando la forza idraulica, ma la centrale idroelettrica fu definitivamente spenta nel 1974. Trent'anni di vuoto e un vecchio edificio abbandonato: la Ecopower lo acquista in blocco e propone un progetto per la riattivazione e potenziamento della centrale stessa, occupandosi della realizzazione di tutte le opere. Quattro anni per le autorizzazioni e dieci mesi per la realizzazione. Vallarino apre il server da cui controlla la centrale: a confronto le foto del prima e dopo, i dettagli degli interventi, l'attenzione morbosa ad un equilibrio che è tale se diventa reciproco scambio. Le telecamere a fibra ottica rimandano l'immagine in tempo reale: l'acqua viene prelevata dallo Sturla e deviata in un canale. Ecco la condotta di 1000 metri in acciaio che arriva ad un bacino di accumulo di 1800 metri quadri e l'acqua che raggiunge la vasca di carico e le turbine. Per tornare poi in vasca da cui viene restituita «integra» al torrente. Mica finita, che Vallarino per la corrispondenza d'amorosi sensi con l'ambiente ha realizzato «vasche comunicanti con doppia funzione: garantire il rilascio d'acqua per la fauna ittica presente e consentire il passaggio ai pesci che devono risalire». Il messaggio è chiaro: prendi dal fiume l'acqua che ti serve, non tutta, e la restituisci. Ma c'è di più; c'è ricerca in sintonia con l'elemento naturale; c'è la tensione alla sinergia; c'è lo stupore esponenziale per nostra madre terra; c'è l'indagine che si materializza per lasciare l'obsoleto e traguardare il futuribile concretamente. Risultato? Dal vecchio cotonificio la centrale che dà lavoro in loco a due persone del posto, e ad una terza in ufficio. Poi quei rapporti tessuti di fino col territorio, gli incontri preventivi con le associazioni di pesca «spiegando che potevamo convivere ottimamente». E le foto del cotonificio raccolte casa per casa a Borzonosca, facce di famiglia, bambini alle macchine, muli che portavano il cotone alla filanda. Mucchietti di vita abbarbicati ai muri e il viaggio a ritroso dell'acqua che torna dalla turbina per rimettere insieme i ricordi. Vallarino ha fatto un po' tutto questo. Titolare dal 1988 dell'omonimo Studio di progettazione a Busalla, che lavora con società di produzione e distribuzione di energia elettrica a livello nazionale e con i principali operatori di telecomunicazione, nel 2003 crea la Ecopower di cui è amministratore e progettista. Oggi, a 41 anni e la passione senza requie per l'alternativo, te lo ribadisce: «Ecopower, grazie alla ricerca e all'uso di moderne tecnologie per realizzare questo tipo di impianti, ha cercato di valorizzare e riattivare vecchie centrali idroelettriche creando nuove opportunità di lavoro per giovani tecnici. E non è poco, credo». Una storia a dilatare confini e prospettive per traguardare il possibile e sostenibile. È questo che preme a Vallarino, al di là del discorso economico. Questione di approccio e filosofia, la stessa che lo porta a prendere per i boschi, macinare chilometri in quota, seguire per mare l'energia-vento, o cercare un luogo per trovare risposte.

«Ho la fortuna di riuscire a fare il lavoro che mi piace» confessa con la semplicità dell'iniziato. Quindi? «Quindi ho trovato un altro impianto dismesso e ci stiamo lavorando su, ma non lo diciamo ancora, ok?» Una strizzata d'occhi e Vallarino che non perde il vizio e mette il turbo, ecocompatibile, of course!

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