Milano - Però se ne parlerebbe dappertutto: Lady Gaga al Festival di Sanremo, televisioni scatenate in tutto il mondo. Ovunque vada (vedi ad esempio all’X Factor inglese) lei inscena una performance unica e irripetibile: ballerini, scenografia, costumi tutti nuovi di pacca. Così è diventata la popstar dell’anno. E così però crea enormi problemi a tutti gli organizzatori degli eventi perché, insomma, per ogni ospitata si rischia di pagare un conto lungo da qui a lì. In ogni caso, ci sono trattative in corso tra il suo management, la sua casa discografica Universal e la Rai e mica è così improbabile che lei arrivi davvero all’Ariston. Sarebbe una botta di glamour, non solo di pop.
Chi invece porterebbe una ventata di stile vintage e sofisticato è Dita von Teese, una delle icone fashion degli ultimi anni, ex spogliarellista, fotomodella dalla pelle d’avorio, autentico simbolo di quel burlesque parodistico e sensuale, figlio minore del vaudeville e nipote lontano della clownerie, che lei ha contribuito a togliere dal baule dei ricordi. Sarebbe protagonista di una serata in stile Moulin Rouge, piena di ventagli, piume e soprattutto ballo. Vedremo. Intanto corrono anche le trattative (lo conferma l’agilissima agenzia AdnKronos) per portare all’Ariston Susan Boyle.
Lì per lì il nome dirà poco a chi non è appassionato di musica: ma è la cantante che nel 2009 ha venduto più dischi e, soprattutto, lo ha fatto più velocemente, visto che in poche settimane il suo cd I dreamed a dream ha contabilizzato circa sette milioni di copie, ha trascorso tutto dicembre al primo posto della classifica americana ed è ancora lì, davanti a Mary J. Blige e all’inamovibile Andrea Bocelli. In poche parole, lei è la nuova cenerentola del pop: non era nessuno, ha partecipato a Britain’s got talent e boom: è diventata una stella che in questo momento vende più dischi di tutti. Insomma, l’Inghilterra si è commossa di fronte a questa quasi cinquantenne rotondetta e molto sgraziata che piace a un pubblico anagraficamente più alto (difatti lei è forte sui cd, meno sul download, tradizionalmente roba da giovani) ma che ha l’indubbio appeal di una storia vera: dopo una vita emarginata senza lavoro (ha fatto solo l’apprendista cuoca per qualche tempo) e con tanto volontariato, grazie a una voce completa e fluida ha realizzato il sogno di sempre rispondendo a chi la prendeva in giro chiamandola «Susie the simple», ossia Susie la bonacciona. Arrivasse al Festival, sarebbe un simbolico schiaffo a tanti concorrenti di talent show che a vent’anni scarsi si atteggiano da artisti, si offendono alla prima critica e poi spariscono nel buio dopo poche puntate.
Comunque sia, queste trattative, per quanto volatili e magari passeggere, confermano la volontà del Festival di essere una fotografia il più completa possibile della musica che gira intorno.
E anche la serata del giovedì, che si intitolerà «Quando la musica diventa leggenda» per celebrare i sessant’anni di Sanremo, sarà probabilmente il florilegio di quanto di meglio le classifiche oggi sappiano produrre. E quindi, oltre alla già annunciata Elisa, ieri l’AdnKronos anticipava il nome di Claudio Baglioni, che è da settimane ai primi posti con il cd Qpga: saranno due degli otto artisti che reinterpreteranno la canzone sanremese che più hanno amato tra le centinaia sfilate in tutte queste edizioni. A presentarli, potrebbe essere Pippo Baudo che, tra l’altro, festeggia una carriera lunga solo dieci anni meno del Festival: cinquant’anni, accidenti. Per il resto, il cast in gara è ormai stato annunciato e ha sorpreso positivamente tanta critica. Mancano i sei giovani di Sanremo Nuova generazione che si aggiungeranno ai due (Romeus e Jacopo Ratini) già selezionati attraverso SanremoLab. Gli iscritti (tra i quali c’è anche Cristel Carrisi, la figlia di Albano e Romina che si è presentata senza segnalare il cognome) sono quasi mille e sabato i quaranta finalisti saranno convocati dalla Sanremo Academy del direttore artistico Gianmarco Mazzi (e composta da Massimo Cotto, Gigio D’Ambrosio, Mariolina Simone e Andrea Lo Vecchio). Poi il 12 arriveranno i nomi decisivi.
«Quando si fa una ricerca così allargata, arriva un po’ di tutto, anche cose dilettantesche - ha detto ieri Mazzi - ma
se guardiamo alla parte “alta”, c’è grande qualità». In poche parole, a un mese e mezzo dall’inizio, siamo alla stretta finale e, guarda un po’, questa volta il Festival arriverà all’Ariston con meno fiatone del solito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.