Non solo furetti, serpenti, pappagalli e iguane tra gli animali prima comprati per seguire la moda e in seguito abbandonati, infatti da recenti indagini svolte da biologi e ambientalisti è stato scoperto che all'interno del lago del Brugneto vive una rara specie di gambero d'acqua dolce che nulla ha a che fare con le varie specie di gamberi nostrani. Si tratta del «Pacifastacus Leniusculus», detto anche «gambero della California», che di solito vive nella fascia costiera occidentale degli Stati Uniti.
Gli specialisti dicono che si tratta della seconda segnalazione in Italia e la prima in assoluto in Liguria. Sicuramente si tratta dell'introduzione da parte di qualche persona che dopo averlo allevato nell'acquario di casa ha pensato bene, anzi male, di liberarsene e introdurlo nel lago. Adesso il problema che si pongono gli esperti è quello di verificare se la presenza di una specie alloctona (ovvero una specie originaria di un luogo diverso da quello preso in considerazione), potrà creare dei problemi. Dalle indagini effettuate si scopre che il gambero della California è una specie poco esigente e facilmente adattabile alle diverse situazioni ma, attraverso un confronto diretto con la specie del gambero nostrano si notano alcune importanti, e forse pericolose, diversità: il gambero americano è più grande di almeno 4 centimetri (16 contro i 12 di quello italiano) e produce il doppio delle uova rispetto agli altri, uova che al 60 per cento arrivano a schiudersi (contro il 20 per cento di quelle nostrane). Insomma, sempre secondo gli esperti ha tutte le caratteristiche per essere considerata una specie infestante.
Un altro importante aspetto è quello delle attività di scavo che questi gamberi compiono infatti, essi producono buchi e gallerie talmente grandi da compromettere la stabilità delle rive del lago, rendendo le stesse più instabili con inevitabili ripercussioni anche sulla qualità dell'acqua. La preoccupazione adesso è quella che questo indesiderato inquilino riesca a superare la diga e insediarsi nel fiume Trebbia, dove le conseguenze sarebbero ancora più serie. Per questi motivi la Regione Liguria ha finanziato un progetto, che andrà avanti fino al 2008, con lo scopo di eliminare questa specie.
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