Cronache

«Lampade e piante per salvare la Sopraelevata»

«Lampade e piante per salvare la Sopraelevata»

(...) se lo sguardo verso destra mi toglie, ogni volta, il fiato, è quello a sinistra che mi commuove: la Commenda di Prè è lì, a ricordare che Genova non fu solo «Signora dominatrice dei Mari», ma anche Madre accogliente e premurosa... e poi le facciate asciutte, belle, colorate delle case strette strette fra di loro, a proteggere i carruggi, e, a sorpresa, Palazzo Reale, recentemente riportato ai fasti passati. E ancora palazzo San Giorgio, la prima «Borsa» d'Italia, ora sede di un'Autorità (forse il nome non è più adatto) Portuale in crisi di idee e di valori. Ed è la parola «Anima», quella che mi viene in mente per dare un nome a questo mantello di asfalto che abbraccia mare e monti, porto e città vecchia e nuova, sintetizzando in quei cinque minuti più di dieci secoli di storia! Il suono della parola «anima» riecheggia un vocabolo greco: «anemos», il vento, una forza possente, avvolgente e molto amata da noi liguri. La sopraelevata è sia anima che «anemos», forte e radicata, forse anche un po' sgarbata, ma veloce e utile a tutti, coscienza della storia cittadina e strumento di comunicazione irrinunciabile... avete mai provato a percorrere via Gramsci, quando la sopraelevata è chiusa? Altro che cinque minuti... provare per credere. Vi sembra poco? Ho letto che il Comune di Genova desidera, in qualche modo, sbarazzarsene, se ho capito bene «affittandola», in attesa della sua demolizione, già decisa... È brutta, dicono... al suo posto meglio un tunnel... e noi genovesi sappiamo quanto veloci siano i lavori nel sottosuolo (mi sembra di ricordare circa 15 anni per un tratto di metropolitana)... Ma allora, invece che «svenderla» nei saldi di fine agosto o decretarne la morte in attesa di un futuribile tunnel con vista «topi» - mi dicono che nel sottosuolo vivono 3 ratti per ogni abitante genovese - non sarebbe meglio valorizzare, invece, che fare morire lentamente questo splendido biglietto da visita per la nostra città? Sostituisca il Comune quelle orrende lampade arrugginite - forse più adatte ad un retrobottega - con altre più decorative, altrettanto faccia con il guard-rail catastrofato (ma come li spende i tre milioni di euro, dichiarati, di manutenzione annuale?) e sistemi alcune fra le meravigliose piante dei suoi vivai (a costo zero) fra le due carreggiate... altro che cartelloni pubblicitari!!! E per i tanto famigerati piloni? Indica il Comune, fra un Urban Lab ed un altro, un concorso di idee per valorizzarli... ricordo, a questo proposito un interessante progetto presentato dagli allievi del Liceo Artistico qualche anno fa, e mai considerato..

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* coordinatrice regionale
Liberaldemocratici

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