da Torino
Maglietta a righe rosse e arancio, pantaloncini corti blu, scarpette nere, occhi azzurri e capelli corti castani. La scorsa estate lidentikit del piccolo Giorgio fece il giro del mondo, ma non riuscì nel miracolo di far tornare sui propri passi i genitori naturali del bimbo. Giorgio era stato abbandonato in un carrello della spesa, parcheggiato nel reparto drogheria di un grosso ipermercato alle porte di Torino. Chi aveva voluto disfarsi di lui ignorò appelli e inviti a riprendere il bimbo, Giorgio fu dato in affido a una famiglia piemontese. Quellaffido, nel frattempo, è diventato adozione.
Ora Giorgio ha una nuova famiglia e un nuovo nome: quello che gli era stato dato dai carabinieri il 13 agosto di un anno fa è solo un lontano ricordo. Nome che resta però un mistero, come restano rigorosamente top secret lidentità dei suoi genitori adottivi e il nome della località in cui il piccolo è andato a vivere. Lunico particolare svelato da chi ha provveduto in prima persona a cercare la sistemazione migliore per il bambino, è che Giorgio è rimasto a vivere in Piemonte. Daltronde, proprio dal Piemonte erano arrivate centinaia di richieste da parte di giovani coppie disposte a prenderlo in affidamento. Tutte le richieste furono esaminate da un magistrato della Procura dei Minori di Torino e Giorgio fu temporaneamente affidato a un centro daccoglienza per linfanzia. Poi di lui cominciò a prendersi cura una giovane coppia, che da quel momento intraprese una sorta di percorso che avrebbe dovuto condurre alladozione. Così è stato. Giorgio adesso ha un padre e una madre, frequenta lasilo e si è lasciato definitivamente alle spalle la terribile esperienza della scorsa estate.
Anche con la lingua va sempre meglio: quando fu ritrovato nel supermercato di Nichelino, Giorgio non era in grado di pronunciare una sola parola in italiano. Infermiere ed educatrici provarono allora a parlargli in inglese e in francese, in romeno e in albanese, provarono a rivolgersi a lui in altre lingue. Tutto inutile, non ottennero risposte. Polizia e carabinieri provarono invece a confrontare la foto del piccolo con quelle di tutti i bambini scomparsi in Europa. Anche questo tentativo non portò risultati.
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