Per Lavia e Lo Monaco sfida a distanza con Albee e Miller

Al Quirino va in scena «Uno sguardo dal ponte» mentre all’Eliseo torna «Chi ha paura di Virginia Woolf?». All’Orologio il minimusical «Donne»

Sarà pure una semplice coincidenza ma assume comunque un significato quanto mai emblematico il fatto che due dei maggiori drammaturghi americani del ’900, Arthur Miller ed Edward Albee, stasera arrivino in contemporanea ad impreziosire la stagione teatrale capitolina con due opere considerabili dei veri e propri capisaldi del teatro occidentale moderno. Due opere che, separate da appena sette anni «di vita», raccontano le fragilità, i disagi, le ossessioni, le paure, le frustrazioni dell’uomo contemporaneo con spietata lucidità di analisi e con amaro disincanto. Assai drammatica è, infatti, la vicenda che Miller descrive in Uno sguardo dal ponte (’55), spaccato metropolitano in odore di attualissime controversie razziali che, nello spettacolo programmato al Quirino fino al 12 aprile, trova in Sebastiano Lo Monaco un protagonista sanguigno e mediterraneo (lo affiancano in scena gli incisivi Marina Biondi e Franco Acampora). Il lavoro è stato accolto da notevole successo già nelle scorse stagioni ma adesso sembra caricarsi di un valore assolutamente speciale visto che il suo celebre regista, Giuseppe Patroni Griffi, ci ha lasciati di recente. Da segnalare, infine, le belle scenografie di Aldo Terlizzi.
All’Eliseo i riflettori si accendono invece sulla coppia di coniugi cinquantenni abbrutiti dai rimpianti e dall’alcool che Albee tratteggia in Chi ha paura di Virginia Woolf? (’62): Mariangela Melato (davvero egregia in questa non facile prova) e Gabriele Lavia (coraggioso regista oltre che maturo interprete) regalano al pubblico un valzer di recriminazioni, violenze verbali, sogni infranti, incubi personali, confessioni inconfessabili che, durante una devastante serata a quattro imbevuta di rum e follia, scavano nel buio fosco di un matrimonio alla deriva e di due anime lacerate dalla vita (alle quali si aggiungono quelle dei giovani sposini affidati ad Agnese Nano ed Emiliano Iovine), non senza sottolineature polemiche di attinenza sociale (George e Martha appartengono ad un ambiente borghese e accademico che fa acqua da tutte le parti) e politica (repliche fino al 14 aprile).
Di tutt'’altro genere il titolo in cartellone all'Ambra Jovinelli, Todos Caballeros, divertente incursione surreale nel Don Chisciotte di Cervantes che vede David Riondino e Dario Vergassola interagire con gli spettatori in un raffinato gioco di rimandi letterari e di continui scambi di ruolo (solo fino al 2 aprile). Attraversa atmosfere leggere e briose anche lo spettacolo Donne che, scritto e diretto da Adriano Martino (musiche originali di Benedetto Ghiglia), approda all’Orologio giovedì: Gloria Sapio e Paola Sambo, da tempo affiatate artefici di «minimusical» originali e godibili, si fanno carico di intercettare i diversi aspetti di un universo femminile diviso tra sogno e realtà, tragedia e commedia (repliche fino al 9 aprile).
Sul fronte del teatro di ricerca c’è poi da segnalare la presenza, nella rassegna Let organizzata alla Cometa Off, di una coppia storica dell’avanguardia italiana quale quella composta da Claudio Remondi e Riccardo Caporossi: il loro Me & Me rimane in scena nella piccola sala di Testaccio fino a domenica 2 aprile. Al Politecnico diretto da Mario Prosperi continua invece la rassegna di drammaturgia contemporanea «Vetrina italiana con ospite 2006» (siamo alla sesta edizione) che da giovedì sera e fino al 9 aprile propone un testo di Maria Chiara Pizzorno (autrice esordiente già segnalata al Premio Fondi La Pastora) intitolato Non mi toccare: problemi, incomprensioni, disorientamenti dell’oggi per una coppia di trentenni come tanti (la regia è di Massimilano Gracili). Giunge poi alle ultime battute «Eventi», altra rassegna ricca di novità che oggi e domani vede in scena, alla Sala Uno di San Giovanni, Giulia Greco e Augusto Zucchi (pure autore e regista) in La morte della mosca, silloge di due monologhi tratti dalla bibliografia di uno dei maggiori intellettuali argentini contemporanei, Eduardo Pavlovsky.


Si profila, infine, come un evento davvero unico il mix di poesia e musica atteso per questa sera (con repliche fino al 2 aprile) alla Sala Due del Vascello: Saro-Wiwa, non mi piace l’Africa il titolo di questo oratorio civile ispirato ai testi di Paul Niger (poeta delle Antille francesi vissuto negli anni ’60) e di Ken Saro-Wiwa (scrittore e drammaturgo nigeriano ucciso dalla dittatura del suo Paese nel ’95) e affidato all’esecuzione-interpretazione di Roberto Biselli (voce) e Gerard Antonio Coatti (parte musicale e strumentale).

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