Il lavoro c’è, manca chi è in grado di farlo

PROBLEMI L’emergenza riguarda soprattutto le piccole imprese e i laboratori artigiani

Il lavoro c’è, manca chi è in grado di farlo

Gli «introvabili»: è così che Unioncamere definisce i professionisti di cui le aziende hanno bisogno ma che non riescono a trovare sul mercato. Eppure, la scelta sarebbe ampia: si va dagli infermieri agli addetti al marketing, dai progettisti elettronici ai parrucchieri. Così, nel 2009 un posto di lavoro su cinque resterà vuoto: 107mila su un totale di 523mila assunzioni. «Questo gap è un freno a mano tirato rispetto alle potenzialità di sviluppo del sistema Paese», è l’allarme lanciato da Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, commentando i dati del rapporto realizzato insieme al ministero del Lavoro. L’emergenza manodopera riguarda soprattutto le piccole imprese e i laboratori artigiani, dove, secondo uno studio presentato in occasione dell’ultima assemblea dei Giovani imprenditori di Confartigianato, è introvabile il 32% dei potenziali dipendenti, in tutto 50mila posti di lavoro. Il motivo principale, denunciato dal 43,2% degli imprenditori, è la mancanza di competenza: i candidati non hanno la qualifica o l’esperienza lavorativa richieste, anche e soprattutto per la mancanza di adeguate strutture formative. Un problema, quest’ultimo, denunciato quasi da un imprenditore su quattro, e che apre l’ennesimo capitolo del cahier de doléance sulla scuola, troppo lontana dal mondo del lavoro, anche quando si tratta di istituti professionali.
«Gli artigiani sono figure difficili da trovare, e non da oggi - spiega Bjorn Jingberger, direttore commerciale di Jobrapido, il portale degli annunci di lavoro -. Sono mestieri che i giovani non vogliono fare più. Quanto agli infermieri introvabili, il problema è che viene considerato un lavoro poco remunerativo, come molte professioni legate all’assistenza sanitaria, fisioterapisti compresi». E invece, proprio la salute è uno dei settori che, secondo Unioncamere, offre le maggiori possibilità di lavoro: lo stesso vale per le professioni legate alla tutela ambientale e al risparmio energetico; tra i profili più ricercati e difficili da reperire, figurano infatti i ricercatori chimici, i progettisti e manutentori di impianti industriali, termoidraulici, installatori di impianti elettrici e termici. Latitano anche le figure professionali legate alla qualità, in primo luogo i responsabili dei processi e del controllo delle produzioni, ma anche gli addetti alla logistica e gli specialisti del benessere, dai parrucchieri alle estetiste. Ma il problema riguarda anche le grandi aziende meccaniche, orgoglio del made in Italy. Come la Maserati, dove fino a pochi mesi fa, ricordano fonti vicine all’azienda, era difficile trovare operai qualificati nel Modenese, tanto da dover «reclutare» per il lavoro in linea giovani dal Mezzogiorno, con relativi problemi di ambientamento.
Certo, oggi rifiutare un posto di lavoro è un lusso che pochi si possono permettere: e questo spiega perché la quota di assunzioni difficili è scesa dal 26,2% del 2008 al 20,5% del 2009.

Ma resta immutata la difficoltà di reperimento dovuta all’inadeguatezza dell’offerta rispetto alla richiesta, tanto che le imprese prevedono di dover ripiegare su candidati con un livello di qualificazione più basso, per poi formarli successivamente all’ingresso in azienda.

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