Accompagnati dalle ormai ricorrenti critiche sullinerzia e sulla fallimentare gestione della politica economica da parte del governo, i dati diffusi ieri dallIstat su disoccupazione e inflazione mostrano ancora una volta tutte le insidie di una ripresa economica fragile quasi su scala mondiale. Soffre lItalia, ma soffre di più - mediamente - Eurolandia, dove cè più gente a spasso e la corsa dei prezzi è più accelerata. Non si tratta di una magra consolazione, ma di un dato di fatto suffragato dalle cifre. Nel nostro Paese il tasso dei senza lavoro è salito in marzo all8,3%, un decimo di punto in più rispetto a febbraio; nella euro zona, continua invece a flirtare pericolosamente col 10% (9,9% il mese scorso), una percentuale che equivale a 15,6 milioni di persone prive di un impiego. Certo, la media è alzata da Paesi come Spagna (20,7%) e Grecia (14,1%), ma anche la Francia, nonostante tutti gli aiuti anti-crisi predisposti da Sarkozy e la grandeur esibita con lo shopping oltralpe, non se la passa poi così bene con il suo 9,5% di disoccupati.
Quanto a noi, se non ci si ostina a considerare il bicchiere completamente vuoto, va sottolineato che in marzo gli occupati erano 22,977 milioni (massimo dal settembre 2009), ovvero 111mila in più rispetto a febbraio, che diventano 144mila nel confronto con lanno prima. Certo non è molto, ma è almeno qualcosa. «Una ripresa, per quanto moderata, è in atto e deve essere accompagnata - ha affermato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi - anche dal lato della qualificazione e della riqualificazione professionale dei giovani come degli adulti, oltre che dai servizi per lincontro tra la domanda e lofferta di lavoro». Il riferimento ai giovani fatto da Sacconi non è casuale: la disoccupazione tra gli under 25 è pari al 28,6%, un valore tra i più elevati in Europa, spia incontestabile di un problema che deve trovare risposte. Il ministro sottolinea tuttavia che laumento della disoccupazione va anche ricondotto «alla diminuzione dellinattività, in particolare dei giovani. Ovvero più giovani si offrono sul mercato del lavoro uscendo da quella condizione di rinuncia aprioristica che è sempre laspetto più preoccupante della condizione giovanile».
Difficile invece trovare spunti positivi nellandamento dellinflazione, che con un aumento mensile in aprile dello 0,5% ha toccato il 2,6% annuo, il top dal novembre 2008. Peggio comunque la media di Eurolandia, con un 2,8% che offrirà lalibi alla Bce per procedere con ulteriori rialzi dei tassi dopo quello deciso allinizio del mese. I rincari dei prodotti energetici stanno presentando mese dopo mese un conto assai salato. Ad aprile la benzina è aumentata del 10,9%, il gasolio del 18,8%: leffetto, immediatamente percepibile quando facciamo rifornimento, si estende anche al trasporto aereo passeggeri (+24,1%) e ai traghetti (+31,7%).
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