La Lazio affonda nel derby Il Milan al secondo posto Risale la Juve con i cerotti

Rivoluzione Allegri: fuori. RonaldinhoAmbrosini e Flamini cancellano gli errori di mira di Robinho, Pato entra e segna. La Roma vince un derby con due rigori: proteste laziali. I bianconeri al quarto posto, nonostante la squadra decimata

La Lazio affonda nel derby 
Il Milan al secondo posto 
Risale la Juve con i cerotti

La rivoluzione di novembre, preparata da Allegri, ha dato i seguenti prodigiosi frutti: al culmine del terzo successo fuori casa consecutivo, Milan secondo in classifica, con 4 punti più dell’anno prima, a meno 2 dalla vetta, scavalcata l’Inter. E qui si potrebbe chiosare: cosa vuole di più dalla vita! E invece no perchè c’è dell’altro, molto altro su cui discutere. La rivoluzione di novembre, effettuata a Milanello tra la notte di Inzaghi e il viaggio in Puglia, ha provocato le seguenti scelte: Ronaldinho e Pato, contemporaneamente in panchina con Robinho e Seedorf al loro posto, centrocampo blindato con un trio di robusti oppositori (Gattuso-Ambrosini-Flamini), lasciando in disparte Thiago Silva per testare Yepes. Fino al novantesimo, Allegri ha ricevuto risposte incoraggianti. Il colombiano ha strappato giudizi positivi mostrando la corda nel finale: fuori squadra da quasi 100 giorni, ha pagato la ridotta condizione fisica. Gli altri, da Seedorf a Flamini e Ambrosini, sono partiti pancia a terra e nel giro di mezz’ora hanno messo sotto il Bari, giocando bene e sfiorando più volte il comodo 3 a 0.Solo Robinho ha demeritato: troppi gli errori di mira davanti al portiere Gillet, almeno tre clamorosi, per non meritare una tirata d’orecchi. Pato, lasciato fuori, forse per castigo dopo il cicchetto di sabato mattina in allenamento, ha dimostrato d’aver capito l’antifona: è entrato bello determinato e ha timbrato subito il cartellino riparando ai danni provocati dal connazionale. Diciamola tutta: uno come Pato non può restare fuori.

Nel finale, a sorpresa, il Bari è tornato in superficie approfittando delle solite mollezze difensive dei berlusconiani: una volta sbaglia Yepes, una volta si lascia «uccellare» Nesta. Conclusione: chi ha ambizioni di primato non può concedersi simili pause.

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