Per la prima volta il mal di pancia di alcuni ministri sulla gestione Tremonti esce dal segreto dei palazzi e diventa pubblico. Merito (o colpa, lo vedremo) di Giancarlo Galan, responsabile della Cultura, ex governatore del Veneto. Di stretta fede berlusconiana (fu direttore di Publitalia, la concessionaria Mediaset), Galan è un forzista della prima ora, ed è rimasto sempre fedele a quello spirito del ’ 94 che mal si concilia con tutte le mediazioni che diciotto anni di navigazione turbolenta hanno imposto ai fondatori prima la fusione con An ed ora la coabitazione con i Responsabili.
Galan è un liberale puro che grazie all’esperienza di presidente della Regione Veneto non ha perso, a differenza di molti suoi colleghi, il contatto con la realtà. Che in generale al Nord, e soprattutto in Veneto, è fatta di gente che ha scommesso sul berlusconismo come porta aperta verso libertà non da convegni ma vere, concrete, di quelle che toccano persone e imprese. Ovviamente la maggior parte di queste riguardano l’economia: tasse, accanimento fiscale, liberalizzazioni dei commerci e delle attività eccetera. Galan, e non soltanto lui, vede in Tremonti un tappo rispetto al realizzarsi del progetto liberale. Sì, c’è la crisi e quant’altro, ma secondo il ministro della Cultura c’è anche una visione politica e culturale di fondo non più conciliabile.
Se poi ci aggiungiamo le vere o presunte ambizioni di potere del responsabile delle finanze nazionali, ecco che la misura è colma. Nel problema posto da Galan c’è del vero, anche se personalmente non condivido i giudizi che lo stesso dà su altri compagni di avventura, da La Russa a Cicchitto. Che sul punto principale non abbia tutti i torti lo dimostra un fatto: il centrodestra, nato attorno al berlusconismo, tiene, ma a beneficiare elettoralmente della politica tremontiana, cosa paradossale, non è il socio di maggioranza ma la Lega, partito caro a Tremonti, che ha molti meriti e pregi ma non certo quello di essere un movimento che si inserisce nel solco del liberismo. Il sasso è gettato, aspettiamo l’onda. Conoscendo Tremonti, potrebbe essere uno tsunami.
Anche se, guarda le coincidenze, proprio ieri il ministro dell’Economia ha annunciato di voler allentare la
morsa dei controlli fiscali, che in alcuni casi è una vera persecuzione dei contribuenti. Immaginiamo che parlasse a se stesso, visto che la Guardia di finanza e l’erario dipendevano da lui anche negli scorsi anni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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