Le nuove norme approvate in Commissione Territorio rispondono alla necessità di aggiornare la riforma urbanistica mettendo nelle condizioni cittadini e Comuni di realizzare il disegno di una Lombardia ancora più bella, in grado di valorizzare le proprie specificità storico urbanistiche. Si fa tesoro dell'esperienza di due anni di applicazione della legge del 2005 e, sulla base delle osservazioni di cittadini e Comuni, viene migliorato quanto fatto in trent'anni di tutela ambientale, facendo proprie anche le esperienze di nazioni - come la Germania - in questa materia particolarmente avanzate. Non è possibile ridurre tutto ciò ai soliti slogan da campagna elettorale, inventandosi l'ennesimo polverone attorno al destino dei parchi, che la Lombardia ha sempre tutelato e sempre tutelerà.
Con questa legge, ad esempio, tutte le strade e le infrastrutture di mobilità dovranno prevedere adeguate opere di mitigazione ambientale. Non sarà più possibile costruire a ridosso di autostrade e ferrovie, né coprirle con cartellonistica pubblicitaria. Ed ogni comune dovrà prevedere dotazioni di verde adeguate per il proprio territorio. Il recupero delle aree degradate diventa obiettivo prioritario rispetto al consumo di territorio verde. In questo senso viene ad esempio equiparato il recupero delle aree ferroviarie nei centri urbani al recupero delle aree industriali dismesse. Inoltre potremo vedere anche sulle nostre montagne i piccoli masi per l'agricoltura, come si vedono sulle Dolomiti.
È prevista inoltre una forte accelerazione dell'edilizia eco-compatibile, introducendo il concetto di compensazione energetica, e obbligando i regolamenti edilizi dei comuni a prevedere modalità per la certificazione energetica degli edifici. Esiste poi una forte attenzione sociale prevedendo l'obbligatorietà per i comuni di individuare edifici di riqualificazione o aree per l'edilizia residenziale pubblica, fino ad abolire i contributi di costruzione per gli interventi di housing sociale. Era grandemente attesa la semplificazione delle procedure programmatorie per i piccoli comuni, che ora potranno procedere più spediti e con minori costi nella realizzazione dei loro piani di governo del territorio. Nello stesso tempo però abbiamo fortemente incentivato la pianificazione intercomunale, per evitare che nel futuro si ripetano errori progettuali che hanno permesso di accostare insediamenti industriali di un comune a zone residenziali di un altro. Abbiamo inoltre introdotto per la prima volta la possibilità di una redistribuzione intercomunale degli oneri pagati per la realizzazione di grandi interventi, anche se realizzati all'interno di un singolo comune. Abbiamo rivalorizzato l'agricoltura come una attività essenziale per l'economia lombarda facendo in modo che i comuni non considerino più come residuali le aree agricole, ma le facciano entrare a piano titolo nella loro pianificazione. Abbiamo dato il via libera infine ad una legge rispettosa dei parchi e delle loro specificità. Proprio per evitare dissidi inconcludenti e dannosi per il territorio abbiamo previsto una novità importante costituita dal ruolo di arbitrato assegnato alla Regione per risolvere conflitti tra ente parco e singoli comuni.
*Presidente della Commissione Territorio Regione Lombardia
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