Lo dico in prima persona perché è personalmente che ci tengo. Valentino, non tornare. Ci hai dato fin troppo. Le vittorie, le feste, le imprese erano cose tue ma anche e soprattutto nostre. Ed è quel soprattutto a far la differenza.
Ne abbiamo parlato in passato. Sei giovane, sembri ancor più giovane e ci si dimentica che sono quindici anni che impenni e trionfi in giro per il mondo, tenendo alto il nostro Paese. Lavoro usurante, si dice, quasi quasi potresti chiedere la pensione. Nove titoli iridati, le 104 vittorie che non battono Agostini ma che lhanno già sconfitto e superato perché, dai, lo sai tu, lo sa Ago, lo sa chiunque abbia un po di sale motoristico in zucca: il motomondo di oggi sta al motomondo del passato come la Champions e il campionato con notturne e infrasettimanali stanno alle coppe campioni e scudetti dei favolosi anni Sessanta e Settanta. Ora è tutto più frenetico, logorante, pressante, distruttivo e ogni partita vinta, ogni corsa dominata conta come il minimo il doppio.
Vedi? Allora i numeri cambiano: hai vinto 208 Gp e 18 mondiali. Giacomo Agostini è lontanissimo. Per cui, dai, Vale, non tornare. Lasciaci addosso quella tremenda nostalgia del rimpiangerti sapendo che fai altro, magari ti diverti su una Ferrari F1, ma prima curati come chi non deve accelerare in una corsia dospedale pur di superare in staccata madre natura e rimontare in sella. Curati come dicono i tuoi e dice tuo padre, prendendoti il tempo necessario per far le cose per bene. E in questo tempo, rifletti su quel tuo desiderio confidato un paio di anni fa, quando dovevi risorgere dopo i mondiali persi con Hayden e Stoner, quando ti dovevi ancora completamente abituare a queste moto nuove che disturbano i veri talenti come te e regalano ai buoni piloti un finto patentino da fuoriclasse. «Vorrei ritirarmi da vincente, da campione del mondo in carica, ma non so se troverò mai la forza per farlo», avevi detto.
Da quel giorno freddo e grigio di Le Mans sono trascorsi due anni e due campionati del mondo hai vinto. Ma non hai trovato la forza di fermarti. Vedi... è questa la dolorosa e fottutissima occasione per trovare quella forza. Proprio mentre combatterai le ferite. Lo sai tu, lo sa Lorenzo, lo sappiamo tutti noi, persino Agostini: sei tu il campione in carica.
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