Ma Lewis e Fernando fingono di far pace

San Paolo. È ufficiale. Ad uso e consumo della stampa locale che li vede una volta all’anno, i due litiganti della McLaren hanno avviato l’operazione «volemose bene». Dice Hamilton: «I rapporti con Alonso? Tutto ok, è la stampa che ha esagerato». Come se le spintonate in pista e quelle verbali fossero invenzioni, come se la spiata di Budapest non ci fosse mai stata, come se quell’«Alonso corre in modo sleale, ora farò come lui» fosse un miraggio. Dice Alonso: «Ma no, non serviva il giudice Fia qui a vigilare sul comportamento della McLaren, per verificare che fosse garantito pari trattamento a me e Lewis...». E aggiunge: «Hanno detto molte cose sul nostro conto, mica erano vere: non ci sono mai stati problemi fra di noi, sono i giornali che hanno enfatizzato... Io e Lewis combattiamo in pista, ma fuori è tutto a posto». Come se quel «col cavolo che ora gli farò vedere i dati della mia macchina» fosse un’invenzione; come se Alonso che non parlava con nessuno dentro il team, in primis con Hamilton, fosse stato solo un abbaglio mediatico. Ma tant’è, facciamo finta di crederci e aspettiamo il verdetto della pista.


Stessa cosa faranno i due della Ferrari: Kimi che conta sul patatrac dei due amiconi della McLaren perché «ad una vittoria ci credo ancora, per cui prenderò dei rischi, perché non ho nulla da perdere», e Massa che punta a vincere, ben inteso, solo nel caso non servisse «il mio aiuto alla squadra e a Kimi».

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