Si incontrano ogni sabato, dalle nove del mattino a sera inoltrata. Mangiano, chiacchierano, si ubriacano, schiamazzano. Come farebbero nei loro Paesi dorigine: Perù, Bolivia, Ecuador. Solo che il luogo di ritrovo non è una qualunque città sudamericana, ma il centro di Milano, per lesattezza il piazzale che da un lato costeggia la Darsena e dallaltro il mercato coperto di piazza XXIV maggio. Quello che un tempo era un luogo di passaggio per i cittadini che frequentano le bancarelle del mercato è ormai ridotto a una discarica, con cumuli di immondizia e un odore insopportabile di urina. Sono passati sette anni, ma nulla è cambiato. Tanto che residenti e ambulanti cominciano a non poterne più.
«La situazione è insostenibile - denuncia Angelo, che da 18 anni gestisce una bancarella che vende fiori e piante -. Queste persone si incontrano ogni settimana. Arrivano con donne e bambini, armate di pentoloni pieni delle loro minestre. Alle nove del mattino cominciano a mangiare, ma il peggio succede di pomeriggio quando attaccano a bere e si ubriacano». A quel punto non è raro che scoppino risse violente. «I cittadini hanno paura - continua il commerciante - e allora evitano di passare vicino al gruppo. Il risultato è che le nostre vendite sono in calo». In compenso, vanno bene quelle dei sudamericani. Che nel piazzale offrono porzioni di cibo tipico a due o tre euro. Sui banchi improvvisati si trova di tutto: dalla chicha - un succo ghiacciato a base di mais rosso - al caldo de mote - una minestra che contiene polmone e midollo di vitello -, senza tralasciare torte al cioccolato e budini. Che, nonostante il caldo estivo, ristagnano per ore nei pentoloni. Alla faccia della Asl.
Ma gli affari non finiscono qui. Proprio davanti alle bancarelle del mercato, gruppi di abusivi vendono merci contraffatte: dvd, cd e magliette con le griffe taroccate. Le forze dellordine intervengono di rado. A parte qualche caso. Come quello capitato la settimana scorsa, che ha fatto infuriare i peruviani. «Sono arrivati i vigili - raccontano - e ci hanno sequestrato le pentole». Ma la maggior parte delle volte la comitiva - circa cinquanta persone assembrate sotto gli ombrelloni a righe - viene ignorata. «Prima si ritrovavano allangolo fra via Mazzini e piazza Duomo - spiega un commerciante di biciclette - ora si vedono qui. Ormai siamo abbandonati a noi stessi. Di mattina ci sono loro, di sera gli spacciatori. Secondo me le istituzioni dovrebbero trovare un luogo abbastanza grande e isolato da mettere loro a disposizione». Magari con la clausola di pulire ciò che sporcano. Cosa che sui Navigli non è mai avvenuta. «Personalmente non ho mai avuto problemi - dice unaltra ambulante che vende frutta -, ma di certo questa situazione non aiuta il quartiere che è già degradato. Non è bello vedere gente che si ubriaca sdraiata per terra e poi urina dove capita. Succede in pieno giorno, davanti ai bambini».
Anche i residenti scuotono la testa sconsolati. «Un tempo qui si viveva bene - è il leit motiv che ripetono -, ora è diventato pericoloso persino venire a fare la spesa in pieno giorno. Non è certo questo il posto adatto per organizzare barbecue».
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