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Il Libano si consegna a Suleiman

da Beirut

Il Parlamento ha eletto il generale Michel Suleiman, un cristiano maronita, 11° presidente del Libano, dopo mesi di una crisi politica che ha minacciato più volte di trasformarsi in nuova guerra civile. Suleiman, eletto con 118 voti sui 127, è il risultato dell’accordo mediato dal Qatar in settimana tra i leader libanesi rivali che ha disinnescato la situazione di stallo che durava da un anno e mezzo, e che ha provocato combattimenti nelle strade della capitale. L’accordo prevede anche la formazione di un governo di unità nazionale in cui l’opposizione godrà del potere di veto e una nuova legge per le elezioni politiche del 2009.

Nel suo discorso Suleiman ha fatto appello all’unità e all’orgoglio nazionali, ha riconosciuto Hezbollah come forza militare in chiave anti-israeliana, ma non come strumento di lotta politica interna e lanciato un avvertimento anche a Siria ed Iran: «Non possiamo permettere che qualcuno utilizzi la santa causa palestinese per i propri fini», pur sottolineando il desiderio di «relazioni fraterne» con Damasco, nel rispetto della «sovranità reciproca».

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