Via libera alle unioni fra omosessuali

Ieri il sì di Ottawa, oggi quello di Madrid. Ma non si placa la polemica

Marta Ottaviani

La Spagna e il Canada sono a un passo dall’approvazione definitiva della legge sui matrimoni omosessuali, contendendosi il primato del terzo Paese ad adottarla dopo Olanda e Belgio.
Ieri il parlamento federale di Ottawa ha approvato il provvedimento dopo un dibattito durato quasi due anni e che ha spaccato il partito del primo ministro Paul Martin. Perché la legge diventi effettiva bisognerà attendere la ratifica del Senato, che però appare scontata, visto che si tratta di un organo solo rappresentativo e che non è nemmeno eletto dai cittadini.
L’approvazione è attesa per metà luglio. Successivamente la legge sarà controfirmata dal governatore generale Adreienne Clarkson, che rappresenta la regina di Inghilterra. Elisabetta II è ancora sovrana dell’ex colonia del Commonwealth, anche se solo formalmente.
La legge C-38 che autorizza il matrimonio per gay e lesbiche ha creato non poco scompiglio all’interno della maggioranza di Paul Martin. Ieri Joe Comuzzi, un ministro del governo, ha rassegnato le dimissioni in segno di protesta, mentre molti parlamentari si sono rifiutati di votare il provvedimento. «Siamo una nazione di minoranze - ha dichiarato Martin - e in una nazione di minoranze è importante non avere ineguaglianze di diritti».
Se in Canada la situazione è tesa, in Spagna governo e società civile in questi giorni sono in bilico su una polveriera. Ieri il parlamento di Madrid ha approvato la riforma di legge per il cosiddetto «divorzio express». In base a questo provvedimento, per ottenere il divorzio non sarà più necessaria la separazione e il consenso di entrambi i coniugi. Le pratiche richiederanno in tutto da 3 a 6 mesi e potranno essere avviate anche solo 3 mesi dopo le celebrazione del matrimonio. Sempre in base a questa legge sarà il giudice a stabilire la custodia congiunta dei minori, anche senza un accordo precedente da parte dei genitori.
E oggi il governo di José Luis Zapatero completerà la riforma delle leggi che riguardano la famiglia. Il Congresso, ossia la Camera de deputati spagnola, è pronta ad approvare il discusso provvedimento che equipara il matrimonio omosessuale a quello tradizionale e che consente alle coppie gay di avere figli.
La legge era già stata approvata in aprile e ha ricevuto uno stop lo scorso 22 giugno dal Senato, dove la maggioranza è detenuta dal Partito popolare dell’ex leader José Maria Aznar.
Oggi otterrà il via libera definitivo, in mezzo alle proteste del «fronte del no», che continua la sua lotta, dopo la grande manifestazione madrilena dello scorso 18 giugno.


Secondo il quotidiano spagnolo El Mundo, il Foro spagnolo per la famiglia ha raccolto 600mila firme per chiedere un referendum su una legge «che è stata imposta agli spagnoli». Per stamane è stata indetta una nuova manifestazione. Un modo per protestare, anche contro lo stesso Zapatero, che non ha risposto alla richiesta di incontro da parte di quei cittadini che questa legge non la vogliono.

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