Politica

Liberalizziamo la qualità

Liberalizziamo la qualità

La geografia della politica è poco chiara e qualche disorientamento è comprensibile. Non molto tempo fa, per essere precisi su quale sponda si era collocati, si stabiliva perfino che vestirsi in un determinato modo era di destra, in un altro di sinistra; se si andava in vacanza a Capalbio era di sinistra, al Circeo di destra, se si preferiva mangiare pesce era di sinistra, il salame di destra. E altre amenità di questo genere. Ma se tocchiamo qualche argomento un po’ più consistente per sottolineare le differenze politiche, dobbiamo ammettere che le liberalizzazioni sono di destra, mentre il compito della sinistra è sempre stato quello di nazionalizzare le imprese economiche o di municipalizzare servizi e attività per il cittadino. Anche se in modo sbilenco, alcune importanti liberalizzazioni sono state varate dalla sinistra.
In questa confusione esistenzial-politica proviamo ad orientarci nel mondo della scuola. La difesa dell’istruzione statale sembrerebbe appannaggio della sinistra, mentre la destra sarebbe per dare sostegno alle scuole private. Tuttavia, il principio che l’istruzione elementare, media e media superiore debba essere garantito dallo Stato e dalle Regioni, non si è mai messo in discussione, indipendentemente dal fatto che il governo sia di centrodestra o di centrosinistra. Ed è giusto così: seguendo la tradizione europea, lo Stato deve garantire l’istruzione di base dei ragazzi, sorvegliando il rispetto dell’obbligo scolastico.
Veniamo adesso all’ultima fase degli studi dei giovani, cioè a quella universitaria. Che l’università italiana sia un pachiderma inefficiente ma costosissimo è sotto gli occhi di tutti, anche dei più scanzonati e ottimisti dirigenti accademici. Che l’università italiana sia impantanata in una burocrazia amministrativa che ha distrutto il merito, umiliato la ricerca, dequalificato la didattica lo ammettono anche quei professori che sono diventati tali attraverso leggi e leggine applicate scrupolosamente dai propri amici e parenti.
Ora chiediamoci: come c’è un diritto all’istruzione elementare, media e media superiore, ci deve essere anche un diritto all’istruzione universitaria che lo Stato è tenuto a garantire ai suoi cittadini? Direi di no. In questo caso il cittadino ha un altro diritto, quello della scientificità degli studi che intraprende. Ciò significa che il livello dell’insegnamento deve essere davvero alto, in grado di consentire competitività delle conoscenze e una qualificazione idonea al mercato del lavoro. Questo diritto alla scientificità degli studi è garantito dalle università? No.
Si prenda come esempio il finanziamento della ricerca. Non è vero che il finanziamento dello Stato alla ricerca scientifica universitaria sia basso: rientra negli standard europei. È molto basso complessivamente perché, a differenza degli altri Paesi europei, le imprese private non investono nella ricerca universitaria, non avendo garanzie sul modo in cui vengono usati i loro soldi, non trovando relazioni funzionali tra le loro esigenze (per cui sono disposti a spendere quattrini) e l’organizzazione della ricerca accademica.
Dunque, non tocchiamo il principio della centralità di Stato e Regioni nell’amministrazione della scuola pubblica, ma il ministro dell’Università prenda il coraggio a due mani, prenda esempio dal suo collega Bersani, faccia quello che non è riuscito a portare in porto il centrodestra: liberalizzi le università.
Con una tabella di marcia lenta e ponderata, il ministro incominci a togliere il valore legale del titolo di studio, a lasciare assoluta discrezionalità tra le università per diversificare, secondo il merito, gli stipendi dei docenti reclutati in totale autonomia dai consigli di amministrazione, a introdurre una forte competitività tra gli atenei sulla qualità degli studi, non sulla loro facilità.
La liberalizzazione delle università che è stata vissuta come un compito e un simbolo della destra, verrà attuata dalla sinistra? Per me, francamente, è auspicabile, anche se a questo punto il disorientamento sarebbe definitivo e capire dove stia la destra e dove la sinistra sarebbe impossibile.

Ma non mi sembra un gran male.

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