Anna Maria Greco
da Roma
La Libia apprezza «lequilibrio» del ministro degli Esteri Gianfranco Fini, ma ribadisce la richiesta di «un grande gesto, significativo e non solo simbolico che ponga una pietra sul passato». Risarcimenti, insomma, e si riferisce alla strada litoranea che colleghi Libia ed Egitto.
Stavolta non è Muammar Gheddafi che parla, come nellinfuocato comizio di Sirte, ma una nota dellambasciata libica in Italia. E Silvio Berlusconi assicura che il risarcimento dei danni coloniali ci sarà: «Stiamo prendendo in considerazione questa eventualità, visto che la Libia non ritiene di poter uscire da questa atmosfera negativa nei nostri confronti se non con questo grande gesto di riconciliazione». Il premier precisa che si tratta di «un impegno di molte migliaia di miliardi» e che non cè alcun collegamento ai fatti di Bengasi.
In un comunicato molto circostanziato lambasciata libica afferma che «il leader della Rivoluzione» non ha alcun interesse «allesito delle votazioni, perché ha sempre dialogato e dialogherà con qualsiasi governo eletto». Pur lodando Fini, si respingono le illazioni su un sostegno elettorale al leader di An.
Per il titolare della Farnesina, la nota «rimette le cose a posto perché dà atto al governo di aver mantenuto una posizione equilibrata». La disponibilità allamicizia con Tripoli cè, aggiunge Fini a Porta a porta, anche per dare stabilità al Medio Oriente e non offrire «pretesti» al fondamentalismo. Ma «a condizione che la Libia si faccia carico dei debiti che ha nei confronti di imprese italiane e dei cittadini italiani espulsi nel 1970».
In trasmissione ha di fronte Massimo DAlema, che gli riconosce di avere agito «con senso della misura», contrariamente allex ministro Calderoli. Il presidente Ds accusa, però, il governo-Berlusconi di aver fatto promesse a quello libico senza mantenerle. DAlema ricorda che fu proprio il suo governo, con ministro degli Esteri Lamberto Dini, a sottoscrivere nel 1998 laccordo con la Libia.
Quellaccordo, per il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica, «non ha trovato attuazione sostanzialmente per una non coerenza libica». Berlusconi aveva offerto un ospedale, ma il Colonnello preferiva una strada. «Avevamo proposto - racconta Mantica - lo studio e la progettazione esecutiva di una strada dalla Tunisia allEgitto, per 60 milioni di euro. Ma Gheddafi intendeva invece la costruzione completa della strada, per oltre 3 miliardi di euro». Ora, con «pazienza, perseveranza e prudenza» si deve continuare a trattare.
Lambasciata libica definisce «eccellenti» i rapporti Italia-Libia e aggiunge piena disponibilità per un «ulteriore miglioramento». Ma è «propedeutico» il gesto tanto atteso dellItalia. Al tempo stesso, critica le «disgustose» dichiarazioni di chi ha elogiato il colonialismo fascista (il riferimento è ad Alessandra Mussolini), le «espressioni riprovevoli a sfondo animalesco» del figlio di uno statista, Bobo Craxi e i commenti di politici (anche ex-ministri degli Esteri) o esperti e giornalisti che «ostentano unorigione araba», ma hanno «preconcetti». La Mussolini non commenta, ma Craxi si dice dispiaciuto del fraintendimento» della sua espressione «can che abbaia non morde», riferita a Gheddafi.
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