Tripoli - Prosegue la guerra in Libia. Il Consiglio nazionale transitorio (l'organismo che guida i cosiddetti "ribelli" in lotta contro Gheddafi) fa sapere di aver bisogno di "almeno tre miliardi di dollari per i prossimi 4 mesi". La richiesta di aiuti è stata ribadita alla riunione del gruppo di contatto di Abu Dhabi, secondo quanto ha spiegato l’ex ministro degli Esteri e ambasciatore all’Onu, Abdel Rahman Shalgam. "Abbiamo due nemici: Gheddafi e la fame", ha spiegato Shalgam conversando con i giornalisti a margine della riunione, "ci servono soldi subito, non chiediamo solo contanti ma vogliamo medicine, cibo, carburante e poter pagare gli stipendi". La guerra ha bisogno di soldi oltre che armi.
La Clinton: il raìs ha le ore contate "Gheddafi ha i giorni contati": lo ha detto il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ad Abu Dhabi pr la nuova sessione del Gruppo Internazionale di Contatto sulla Libia, la terza dopo quella inaugurale di Doha.
Il Senegal offre aiuto al Colonnello Il presidente senegalese Abdulaye Wade ha invitato oggi Gheddafi a lasciare il Paese e gli ha offerto aiuto per lasciare la scena politica. Wade ha lanciato un vero e proprio appello al leader libico e, parlando con giornalisti a Bengasi, ha detto: "Ti guardo negli occhi... prima te ne andrai, meglio sarà".
Frattini: non allentare la pressione "Il regime di Gheddafi sta arrivando alla fine" ma adesso "non dobbiamo allentare la pressione": è questo il monito lanciato dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, nel suo intervento ad Abu Dhabi. "Dobbiamo restare concentrati e uniti per non dare a Gheddafi alcuna possibilità di riguadagnare terreno", ha sottolineato il titolare della Farnesina.
Frattini ha anche invitato a "cominciare a pensare a una soluzione pacifica della crisi", ricordando che "l’obiettivo finale delle essere una Libia davvero democratica e in cui non ci sarà spazio per vendette e rese dei conti".
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