Caro Linus, lei che se ne intende faccia una previsione sull’estate prossima ventura.
«Difficile da dire. Potenzialmente esiste un tormentone, anche se negli ultimi anni le sorprese positive sono state poche».
Stavolta c’è pure la vertenza tra le radio più diffuse, compresa ovviamente la sua Deejay, e le case discografiche. Potrebbe condizionare qualcosa?
«In realtà il blocco riguarda le novità italiane che escono adesso, non credo sia quindi così decisivo. Anche se qualcosa in effetti può rimane invischiato».
Ma scusi perché non arrivate a una soluzione?
«In realtà sono loro che si rifiutano di aprire un tavolo delle trattative. E anche il nostro ultimo tentativo non è andato a buon fine».
Quindi riassuma la situazione, secondo il vostro punto di vista.
«Noi non diciamo no. Diciamo: parliamone. Ci sono molti aspetti che condizionano questa trattativa, non si può banalizzare citando a caso esempi stranieri. Sarà anche vero che in Francia le radio sborsano di più di noi. Ma là le frequenze sono dello Stato. Qui dobbiamo pagarle molto salate. È pericoloso generalizzare».
Insomma Linus, il brano dell’estate?
«A
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