L'Italia fa il pieno con i Pir Presto la pensione europea

I piani individuali di risparmio già scelti da 800mila investitori. E per arrotondare l'Inps spuntano i Pepps

Onofrio Lopez

Si è concluso ieri il Salone del risparmio 2018, la rassegna nazionale più importante per l'industria finanziaria italiana. Un fitto calendario di appuntamenti con più di 100 conferenze, articolate nei 7 percorsi tematici; la partecipazione di oltre 260 relatori e 150 marchi presenti ha caratterizzato la manifestazione.

Le sfide del risparmio gestito sono molteplici e nessuna priorità è stata trascurata. Da una parte si è analizzato il successo dei Pir, i piani individuali di risparmio che consentono alle pmi di diversificare le fonti di finanziamento e agli investitori di beneficiare dell'esenzione quinquennale dell'imposta sui capital gain. Dall'altra parte, si è iniziato a parlare di Pepps, i nuovi piani pensionistici paneuropei.

Tommaso Corcos, presidente di Assogestioni, nel discorso inaugurale ha analizzato proprio il successo dei Pir sottolineando il loro impatto «forte, ma anche molto ordinato» sul mercato azionario italiano. L'investimento medio dei Pir in azioni e obbligazioni di società non incluse nell'indice Ftse Mib nel 2017 si è attestato al 43% del portafoglio, pari a 6,8 miliardi di euro, più del doppio della soglia minima necessaria per godere dei benefici fiscali. A beneficiarne sono state soprattutto le Pmi italiane, che hanno trovato «un canale di finanziamento parallelo rispetto a quello bancario», con una raccolta intorno agli «11 miliardi di euro», circa l'11% dell'intera raccolta netta dell'industria italiana. I risparmiatori italiani che investono nei Pir sono stati 800mila con più di 500mila sottoscrittori che si sono affidati per la prima volta ai fondi comuni.

I Pepps, invece, sono ancora all'esame di Europarlamento e Consiglio Ue. «C'è da attendersi un accordo entro la fine di quest'anno», ha evidenziato il direttore mercati finanziari della Commissione europea, Ugo Bassi, sottolineando che «l'ambizione è creare un marchio di fabbrica famoso nel mondo, che risponda alle esigenze di un lavoratore più mobile», che potrà «portare con sé gli investimenti fatti nel Paese di origine». I Pepps, infatti, sono rivolti a lavoratori dipendenti o autonomi, ma anche agli studenti, che vorranno assicurarsi una pensione «di scorta», caratterizzata da standard unificati e valida su tutto il territorio europeo.

Un'altra tendenza del mercato che è stata esaminata durante le sessioni è quella del mercato digitale, che si delinea con la nuove direttive europee sui sistemi di pagamento e sugli investimenti. Un risparmiatore europeo su tre sarebbe disponibile a comprare dei prodotti finanziari sulle piattaforme dei colossi del web (Facebook, Apple, Google e Amazon): in prima linea ci sono i millennials che, al 56%, ritengono sufficiente uno smartphone per la gestione dei propri risparmi, contro il 45% della generazione più adulta (35-54anni).

Per l'industria del risparmio gestito «la sfida è portare più risorse verso gli investimenti di lungo termine, in un mondo che non può più funzionare solo con i titoli di Stato», ha spiegato il dg di Assogestioni, Fabio Galli. Il prossimo step? Favorire una maggiore consapevolezza dell'importanza del risparmio nel grande pubblico.

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