Livorno, mistero porte chiuse. E il pubblico salva l’Olimpico

L’applauso di tutto lo stadio contro i fischi degli ultrà evita la squalifica del campo

Livorno, mistero porte chiuse. E il pubblico salva l’Olimpico

Livorno - «Non c'è stata responsabilità oggettiva e quindi nessun provvedimento disciplinare contro la Roma; gli applausi della stragrande maggioranza del pubblico dell’Olimpico hanno coperto i fischi della curva e hanno salvato società e campo da multe e squalifica». Gli ultrà del Livorno sono informatissimi e pochi istanti dopo la decisione del Giudice sportivo sui siti non ufficiali erano già apparse sentenza e motivazione. Anche se oggi è un giorno triste perché il Livorno ritorna in Europa ospitando l’Espanyol nei sedicesimi di Uefa, ma il Picchi dovrebbe rimanere a porte chiuse. «È una sconfitta per tutto il calcio - ha dichiarato il tecnico Daniele Arrigoni -, non solo per Livorno». Anche se un motivo di speranza c’è ed è quello indicato da Antonio Matarrese, che ha rimandato all’ispezione odierna dei delegati dell’Osservatorio la decisione definitiva sull’apertura. Un mistero che si risolverà solo in mattinata.
Decisione già presa invece a Roma, dove il verdetto del giudice sportivo fa riflettere perché la condanna della stragrande maggioranza del pubblico dell’Olimpico è stata immediata e in base all'articolo 10 bis del Codice di Giustizia Sportiva stabilisce che i club «non rispondono per i comportamenti tenuti dai propri sostenitori» se provano che «altri sostenitori hanno chiaramente manifestato la propria dissociazione da tali comportamenti». E cioè gli applausi della stragrande maggioranza dell’Olimpico. Senza contare che il Viminale ha deciso che Roma–Lione di Champions del 21 febbraio verrà disputata regolarmente alle 20,45. Il Giudice sportivo ha definito «inqualificabile» la bordata di fischi al momento del minuto di silenzio dell’Olimpico ma ha premiato la maggioranza del pubblico che si è subito dissociata. Medesima decisione per i fatti dell’Olimpico di Torino ma nessun provvedimento per il fumogeno di Bergamo piovuto dentro lo stadio, in quanto nel referto dell’arbitro non c’è traccia. Dunque ultrà circondati in attesa della stangata sui fatti di Catania che verrà emessa oggi.
Quelli del Livorno si presenteranno ugualmente fuori dal Picchi per far sentire il loro sostegno alla squadra: quattromila i biglietti già venduti, adesso sperano che Spinelli li rimborsi o li cambi con quelli per il ritorno: «Io ho già prenotato viaggio e soggiorno – rivela un ultrà -. Spero che Spinelli ci consenta di assistere al ritorno di Barcellona». In Uefa loro hanno già lasciato il segno con fattacci fin dal primo turno: «Ma su una curva di 4mila persone, chi sbaglia non sono più di 400 – spiega Fulvio -. Tutti gli altri non sono politicizzati. La politica in curva ha già allontanato molti di noi».
Due mesi fa gli ultrà si sono divisi: le Brigate Autonome Livornesi si sono sciolte e ora ci sono «Livornesi» e «Visitors». «Sono troppo politicizzati – spiega Fulvio -. Io non capisco come si faccia a inneggiare a Stalin, eppure la nostra curva è fatta anche di sentimento.

L’amore per il Livorno è grande, come la delusione di non poter essere lì per il sedicesimo con l’Espanyol, una partita storica per la squadra ma anche per tutta la città. Per fortuna Spinelli ha ceduto i diritti gratuitamente a Telegranducato. Molti di noi si metteranno davanti alla tv, degli altri non rispondiamo».

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