Lobont: «Prevedo una carica Ajax»

Mario Tenerani

da Firenze

Ora fa il vice-Frey a Firenze ma fino a qualche mese fa i suoi punti di riferimento erano i canali di Amsterdam e i pali dell’Ajax. Bogdan Ionut Lobont - la «t» finale va pronunciata come fosse una zeta -, nato a Hunedoara in Romania nel 1978, questa sera avrà il cuore che batterà in un’unica direzione: «Non è difficile rispondere per chi tiferò - ci sorride -: ho trascorso molti anni nell’Ajax, ho ricordi splendidi, come potrei non sperare in un trionfo degli olandesi. Per l’Inter all’“Arena” sarà dura. Quello stadio diventa caldissimo soprattutto nelle sfide Champions».
Lobont arrivò in Olanda a 22 anni, dopo tre stagioni al Rapid Bucarest con Mircea Lucescu. Un campionato, poi, un breve ritorno in patria nelle file della Dinamo Bucarest e ancora Ajax fino al gennaio scorso quando Corvino lo ha portato in viola per tappare la falla apertasi con l’incidente di Frey. Il bilancio «orange» di Lobont è di due vittorie: il campionato (2004) e la supercoppa d’Olanda (2005). Ma torniamo alla sfida con l’Inter: «È molto difficile indovinare chi passerà il turno - spiega -: l’Ajax non vive un grande momento in campionato, punta tutto sulla Champions. In casa gli olandesi hanno il vantaggio, appunto, di un pubblico straordinario ma nella loro cultura calcistica c’è la ricerca costante del gioco, inteso come manovra corale. Anche a San Siro, al ritorno, l’Ajax saprà essere pericoloso. L’Inter sul piano delle individualità è una squadra fortissima, ha grandi campioni, anzi se guardi la rosa ti accorgi che ci sono solo stelle. Ma bastano?».
Consigli per Mancini. Puntare l’attenzione su? «Faccio due nomi prima di tutti gli altri. La punta Klaas Jan Huntelaar, che sta segnando con continuità. È arrivato a gennaio dall’Heerenveen dove ha realizzato 34 reti in una stagione e mezza. Quindi lo svedese Markus Rosenberg. Però come ho già spiegato la forza di questa formazione è il gruppo. Ricordo le sfide con Milan e Juve anche se la mia partita più bella credo di averla disputata all’Olimpico contro la Roma. Finì 1-1, per loro segnò Cassano».
In panchina c’è Danny Blind: «Grande tecnico, molto preparato. Lui è un’icona dell’Ajax: ha vinto molto con questa società. Una guida di grande carisma».

Lobont, prima di esordire a Udine nel nostro campionato il 29 gennaio scorso, non giocava dal marzo precedente, costretto in panchina dalla concorrenza di Stekelemburg: «È il numero uno della nazionale olandese, ha 23 anni, è veramente molto bravo». L’ultimo avviso per i naviganti interisti è questo: «L’Ajax però avrà un handicap: dovrà fare a meno di Galasek e Grygera, due elementi fondamentali per Blind».

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