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Lodo Alfano, intesa Pdl-Fli: modifiche al testo Berlusconi: "E' indispensabile con questi pm"

Nel nuovo libro di Vespa Il Cuore e la spada il premier torna sulla giustizia. "Lodo? Con questi pm è indispensabile". E chiede una commissione parlamentare d'inchiesta sulle toghe. Il Pdl apre a modifiche: in commissione nuovi emendamenti fino a giovedì. La Bongiorno: "Positivo il ritiro della reiterabilità"

Lodo Alfano, intesa Pdl-Fli: modifiche al testo 
Berlusconi: "E' indispensabile con questi pm"

Roma - Il lodo Alfano? Con questi pm è indispensabile. Anzi. E' ora di far partire la commissione d'inchiesta sui giudici politicizzati. Il Berlusconi-pensiero è affidato al nuovo libro di Bruno Vespa, di cui escono le prime anticipazioni. "Ritengo che una legge che sospenda i processi delle più alte cariche dello Stato mentre adempiono alle loro funzioni istituzionali sia opportuna e anzi, vista la magistratura con cui abbiamo a che fare, assolutamente indispensabile". Silvio Berlusconi nella conversazione con Bruno Vespa per il nuovo libro del conduttore di Porta a Porta, spiega così di non aver cambiato idea sul lodo Alfano.

La commissione d'inchiesta "Proprio a causa di questi comportamenti dei magistrati politicizzati i nostri parlamentari sono in procinto di chiedere una commissione parlamentare d’inchiesta. Penso che questa iniziativa sia largamente condivisa e debba far luce su una infinità di processi clamorosi, come quelli, tra i tanti, contro Calogero Mannino, contro il generale Ganzer e l'ex capo della polizia De Gennaro. È un’iniziativa a difesa dei cittadini, ma anche delle migliaia di giudici per bene che lavorano seriamente e che per colpa di pochi vedono diminuire la fiducia degli italiani anche nei loro confronti" spiega il premier.

Emendamenti fino a giovedì La possibilità, ventilata dal Guardasigilli Angelino Alfano, che il lodo costituzionale per le alte cariche dello stato non sia reiterabile è "estremamente positiva perché accoglie un principio che abbiamo sostenuto". La presidente della commissione Giustizia della Camera, Giulia Bongiorno, commenta così l’apertura ventilata dal ministro. Secondo la Bongiorno, in questo modo viene dimostrata "la volontà di venire incontro alle nostre istanze" aggiunge al termine di un incontro con i senatori di Futuro e Libertà Viespoli e Saia per discutere degli emendamenti allo scudo giudiziario. E lo stesso presidente della commissioni Affari Costituzionali del Senato, Carlo Vizzini, ha chiesto di riaprire i termini per la presentazione degli emendamenti al lodo. Il Pd, invece, con il capogruppo a Palazzo Madama Anna Finocchiaro, ha chiesto il ritiro del provvedimento. La commissione ha deciso di riaprire i termini per la presentazione degli emendamenti fino a giovedì alle 16. La commissione tornerà a riunirsi martedì prossimo.

Alfano: "Riforma non contro i magistrati" La riforma della giustizia che il governo sta mettendo a punto "salvaguarderà l’autonomia della magistratura e non conterrà nessuna sfumatura di sottomissione dei pm all’esecutivo", ma non consentirà nemmeno che "il pm sottometta il cittadino". Lo spiega Alfano al termine dell’incontro con una delegazione dell’Udc alla Camera. "Non c’è - insiste il Guardasigilli - nessuna volontà ritorsiva verso le toghe, ma i cittadini difesi dall’avvocato devono contare quanto il pm. Sopra di loro deve esserci un giudice terzo ed equidistante: non consentiremo che il pm sottometta il cittadino".

Nessun reato "Soltanto con la serenità e la forza d’animo che derivano dalla consapevolezza di non aver commesso alcun reato sono riuscito a disinteressarmi dei tanti, troppi procedimenti che mi sono stati addossati e che ogni giorno vengono amplificati da giornali e televisioni" prosegue il presidente del Consiglio con Bruno Vespa.

Il caso Mediaset "Ancora una volta è scattato l’uso politico della giustizia per cercare di denigrare il presidente del Consiglio". Berlusconi commenta nel libro Il cuore e la spada l’invito a comparire ricevuto nei giorni scorsi dalla magistratura romana in uno spezzone dell’inchiesta milanese sui diritti televisivi. "Sono amareggiato soprattutto per Pier Silvio - dice Berlusconi - che in Mediaset non si è mai occupato e non si occupa di questioni fiscali. Viene contestata un’evasione inferiore a un milione di euro, quando quell’anno, il 2004, il mio gruppo versò all’erario imposte per 448 milioni. Ci si aspetterebbe il conferimento di una medaglia d’oro in premio. In un contesto siffatto nessuna persona sana di mente rischierebbe di evadere un quattrocento ottantesimo delle imposte pagate! Mi assicurano che la contestazione sarebbe frutto di una diversa interpretazione delle norme tra i commercialisti e l’Agenzia delle entrate. Proprio per evitare questi casi la riforma fiscale dovrebbe far chiarezza su tanti punti controversi che mettono in difficoltà tanti professionisti e imprenditori. Il mio coinvolgimento? Ero presidente del Consiglio e dal 1994 non mi occupavo, come non me ne occupo tuttora del gruppo Fininvest e di Mediaset.

Mi lasci dire - conclude - che ancora una volta è scattato l’uso politico della giustizia per cercare di denigrare il presidente del Consiglio".

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