Dati grezzi e parziali. Così lassessore regionale al Welfare Giancarlo Abelli definisce la graduatoria sullaccoglienza e lintegrazione degli immigrati in Italia presentata ieri a Roma dalla Caritas-Migrantes. Una ricerca nella quale la Lombardia occupa il sesto posto e sulla quale il responsabile regionale delle politiche sociali ha espresso forti dubbi, suffragando le proprie perplessità con «dati concreti sulleffettiva situazione» nellultimo quinquennio (lo stesso periodo preso appunto in esame dalla ricerca) e che invece segnalano un forte incremento degli indici di frequenza scolastica, occupazione regolare, imprenditoria e abitazioni di proprietà. «Questi - ha detto Abelli - sono oggettivi segnali di un crescente inserimento nel tessuto economico e sociale, e inviterei chi stila le classifiche a misurare e a confrontare con questi parametri, e non con indicatori scientificamente discutibili e discussi, la realtà lombarda con quella di altre regioni».
Secondo i dati dellassessorato, la crescita degli alunni stranieri nelle scuole lombarde è stata pari all8-9 per cento, mentre per il lavoro laumento è stato di circa 12 punti tra gli immigrati occupati regolarmente pareggiato da un tasso di disoccupazione quasi dimezzato. Pure la quota di immigrati con case di proprietà è passata dall8,5% al 14,7%. «È evidente - ha commentato ancora Abelli - che altre valutazioni, soprattutto di ordine qualitativo e tracciate con dati grezzi e parziali, che non prevedano adeguati correttivi quantitativi, possono modificare graduatorie e valutazioni, così come dimostrano i pochi punti di differenza che separano la Lombardia dal Veneto, primo nella classifica Caritas, e dal Piemonte, settimo.
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