Si chiamano «Age Friendly Cities», sono le città a misura di nonno. L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) le ha presentate a Ginevra, lanciando la Rete globale delle città amiche degli anziani.
L'iniziativa è parte di una risposta più ampia al rapido invecchiamento della popolazione, ovunque nel mondo, afferma l'Oms precisando che nel 2050 l'80 per cento del previsto 2 miliardi di persone di età superiore ai 60 anni vivrà nei paesi a basso o medio reddito, secondo le stime attuali. Globalmente, la proporzione degli over-60 raddoppierà passando dall'11% del 2006 al 22% nel 2050. La Rete si propone di aiutare le città a creare ambienti urbani che consentano alle persone della terza età di restare attivi e di partecipare in buona salute alla vita sociale, scrive l'Oms. L'iniziativa del'Oms «Age-Friendly Cities» ha preso il via nel 2006 per individuare gli elementi chiave dell'ambiente urbano amico della terza età e le ricerche condotte in 33 città, hanno confermato l'importanza per gli anziani di avere accesso ai trasporti pubblici, a spazi all'aperto ed edifici, così come l'importanza di un alloggio adeguato, del sostegno della comunità e dei servizi sanitari. Ma hanno anche sottolineato il bisogno di promuovere quei legami che consentono agli anziani di essere protagonisti attivi nella società, scrive l'Oms. Adesso la Rete globale riprende questi punti e chiede alle città partecipanti di prendere misure concrete per la creazione di un ambiente migliore per i meno giovani.
Dopo l'invio degli inviti in dicembre, molte città, grandi e piccole hanno già chiesto di partecipare alla Rete.
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