da Londra
«Abbiamo chiesto una spiegazione completa di quanto è accaduto e limmediato ritorno a casa in piena sicurezza dei nostri soldati». Ufficialmente il governo britannico non cerca compromessi con lIran. Nelle poche parole del segretario agli Esteri di Tony Blair, Margaret Beckett, si legge soltanto lintenzione di farsi restituire i propri uomini nel più breve tempo possibile. Dopo un primo comunicato stampa diffuso nel primo pomeriggio dallo stesso ministero della Difesa nel quale venivano confermate le inquietanti notizie già trasmesse dalle più importanti agenzie giornalistiche e si rendeva noto il numero telefonico per la linea diretta riservata alle famiglie dei soldati trattenuti in Iran, il Foreign Office inglese ha convocato con urgenza lambasciatore iraniano a Londra Rasoul Movahedian. Nellincontro, definito piuttosto vivace ma ancora cordiale, la Gran Bretagna ha fatto presente le sue richieste. «Vogliamo naturalmente delle spiegazioni su quello che è accaduto ha spiegato poi la Beckett e abbiamo preteso limmediata restituzione del nostro equipaggio. Il caso ha concluso il ministro - viene comunque seguito passo per passo dal nostro ambasciatore a Teheran». «Devessersi sicuramente trattato di un equivoco ha fatto sapere una fonte del governo inglese stiamo cercando di capire quale errore è stato commesso per poterlo correggere».
Messaggi di solidarietà sono immediatamente arrivati al governo anche da parte dei partiti dellopposizione. Il ministro degli Esteri ombra dei conservatori William Hague e il leader dei liberaldemocratici Sir Menzies Campbell hanno espresso il loro pieno appoggio alle richieste di liberazione avanzate dal Foreign Office. Tutti sono però assolutamente consapevoli di trovarsi di fronte a una situazione particolarmente delicata. «I rapporti tra Gran Bretagna e Iran non sono dei migliori in questo periodo ha spiegato ieri il corrispondente diplomatico della Bbc, James Robbins soprattutto per le pressioni che il governo di Ahmadinejad ha avuto e sta avendo da parte di Blair sul suo controverso programma nucleare». E forti preoccupazioni per le conseguenze che questa vicenda potrà avere sulla salute dei soldati arrestati arrivano anche da chi unesperienza molto simile lha già vissuta. Christopher Adams fa parte del gruppo di otto militari britannici che nel giugno 2004 vennero prelevati in acque iraniane. Teheran provvide al loro rilascio dopo tre giorni. Adams ha raccontato alla Bbc quella breve prigionia come un vero inferno.
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