Londra teme il ritorno dei kamikaze islamici

Un piano di terroristi islamici per dirottare un aereo passeggeri indiano e farlo precipitare su una città britannica. Sarebbe questo il motivo all’origine della decisione presa ieri delle autorità del Regno Unito di elevare da «importante» a «grave» lo stato di allerta nel Paese. Lo rivela nella sua prima edizione di oggi il Sunday Times, secondo il quale il servizio di controspionaggio dell’MI5 sarebbe stato informato dalle autorità indiane su un complotto di militanti legati ad al Qaida in Pakistan per dirottare un volo di Air India o Indian Airlines in partenza da New Delhi o Mumbai.
Esiste un solo grado di allarme terrorismo superiore a questo, il «critico», che definisce un attacco come imminente: fu decretato l’ultima volta il 30 giugno 2007, quando due uomini lanciarono un’auto carica di bombole di gas contro un terminal dell’aeroporto di Glasgow, in Scozia. In quell’occasione il gas non esplose e solo per un fortunato caso si evitò una strage.
Il ministro dell’Interno Alan Johnson ieri non ha voluto precisare quali informazioni di intelligence abbiano determinato la decisione del governo, che implica un innalzamento del livello di vigilanza: si è limitato a dire che non esiste un collegamento con il fallito attentato sul volo Amsterdam-Detroit il giorno di Natale e che obiettivo del governo è di rendere il pubblico «più consapevole», chiedendo anche ai cittadini di «segnalare qualsiasi situazione sospetta».
È probabile che anche questo piano segreto sarà al centro delle conferenze internazionali sull’Afghanistan e sullo Yemen che si terranno a Londra mercoledì e giovedì. Nella capitale britannica sono attesi tra gli altri il segretario di Stato americano Hillary Clinton, il numero uno della Nato Anders Fogh Rasmussen, il segretario generale dell’Onu Ban-Ki Moon, il presidente afghano Hamid Karzai e numerosi ministri degli Esteri occidentali tra cui quello italiano Franco Frattini. Bersagli ideali per il terrorismo islamico internazionale, che però potrebbe «accontentarsi» di scatenare il caos a Londra in coincidenza dell’evento approfittando dell’attenzione dei media di tutto il mondo.
Ce n’è abbastanza per giustificare le preoccupazioni dei responsabili della sicurezza in Gran Bretagna. Era dallo scorso luglio che il livello di allarme terrorismo in Gran Bretagna non raggiungeva questo grado, che lo colloca sullo stesso piano di quello attualmente in vigore negli Stati Uniti. In precedenza, il livello «grave» era rimasto valido per quattro anni di fila a partire dai gravissimi attentati ai mezzi pubblici di Londra del 7 luglio 2005.
La paura nella capitale britannica ha un nome: Londonistan, un neologismo che indica la straordinaria concentrazione di immigrati musulmani a Londra. Tra questi è purtroppo ben noto alle intelligence occidentali che si annidano centinaia di terroristi «in sonno», pronti a entrare in azione in circostanze come le attuali.

Parte dell’opinione pubblica, quella pronta a portare alla vittoria i conservatori nelle prossime elezioni, incolpa della situazione l’attuale governo laburista, che avrebbe consentito per anni un’immigrazione senza regole né controlli.

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