«Sono felice, sto bene». Alexandru Isztoika Loyos ieri pomeriggio, poco prima delle 18, ha lasciato il carcere di Regina Coeli, dove era detenuto dal 18 febbraio. Il romeno, coinvolto nellinchiesta sullo stupro della Caffarella e poi scagionato dallesame del Dna, è apparso sereno e commosso. Jeans, giubbotto verde, capelli cortissimi, ha perfino accennato un sorriso prima di scomparire dentro una Cinquecento bianca, guidata dalle assistenti del suo legale, Giancarlo Di Rosa.
I 36 giorni di detenzione sono stati «così così», ma «il biondino» è convinto che lincubo sia finito. Il Tribunale del Riesame, presieduto da Antonio Lo Surdo, in mattinata aveva annullato lordinanza di custodia cautelare in carcere. «Il mio assistito si aspettava una pronuncia in questo senso - ha commentato lavvocato Di Rosa -. È tranquillo, anche se resta indagato per i reati contestati. Ora penserà a difendersi». Ma non tornerà in Romania. Anche se Loyos non è colpevole dello stupro, era rimasto lo stesso in cella perché raggiunto da una nuova ordinanza di custodia cautelare, per aver accusato la polizia romena di averlo costretto a confessare a suon di botte. Ieri, invece, i giudici della libertà hanno disposto la sua scarcerazione, imponendo «limmediata remissione in libertà del ricorrente se non detenuto per altro titolo». Il romeno resta comunque indagato per calunnia, autocalunnia e favoreggiamento.
Nei suoi confronti non saranno adottati provvedimenti amministrativi di allontanamento dallItalia, per garantire lesercizio della difesa giudiziaria e, allo stesso tempo, per permettere al pm Vincenzo Barba di procedere per altri atti istruttori, fino alleventuale archiviazione o al rinvio a giudizio del «biondino».
«Leggeremo le motivazioni del Riesame e valuteremo la situazione», ha detto ieri il sostituto procuratore che intende approfondire, probabilmente con un nuovo interrogatorio, alcuni lati oscuri della vicenda. Perché Loyos confessò tirando in ballo Karol Racz come correo? Che legame cè tra Loyos e Oltean Gavrilia? Lunica certezza riguarda il fatto che i due nel 2007 si trovarono detenuti entrambi a Regina Coeli, in celle vicine. Laccusa vuole definitivamente valutare la presenza o meno di Loyos e Racz sulla scena dello stupro il 14 febbraio, magari solo nel ruolo di «pali».
Intanto si aprono nuove piste sul caso del Pigneto, che sembrava destinato allarchiviazione. Oltean Gavrilia, il ventiseienne in prigione per la Caffarella, potrebbe essere in qualche modo coinvolto anche nella violenza avvenuta il 18 luglio 2008 su una giovane di 23 anni a Villa Gordiani, alla quale venne rapinato anche il cellulare. Lo avrebbe rivelato Ionut Jean Alexandru, spingendo la polizia a proseguire con gli accertamenti. In particolare si ripartirà dal telefonino sottratto alla ragazza, che non ha mai smesso di funzionare sebbene con due sim diverse.
Il 29 settembre, però, allapparecchio hanno risposto il figlio dodicenne e la moglie di Gavrilia. Un particolare che ora, alla luce del suo arresto per la Caffarella, assume un nuovo significato.
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