Una squalifica di tre mesi per le sue frequentazioni avute con un medico inibito per doping nel 2004 (Carlo Santuccione), adesso Danilo Di Luca, vincitore del Giro dItalia, rischia molto di più. Ieri è rimasto a colloquio per circa un'ora con il capo della procura antidoping del Coni Ettore Torri. Il ciclista abruzzese è stato ascoltato in merito allinchiesta della «pipì degli angeli», un test effettuato al termine della 17ª tappa del Giro, sul monte Zoncolan. A Di Luca, secondo i periti del Coni, vennero trovati livelli ormonali corrispondenti a quelli di un bimbo. «Ho fornito le mie spiegazioni ha detto il vincitore del Giro -, ora spetterà ai miei esperti portare delle spiegazioni scientifiche che possano fugare i dubbi».
Cosa rischia Di Luca? Anche due anni di squalifica e la revoca del Giro da lui vinto questanno. E se cè chi rischia due anni per una flebo di acqua, cè il kazako Vinokourov che per una trasfusione di sangue al Tour è stato squalificato dalla sua federazione solo per un anno. Cosa che lo costringerebbe a saltare il prossimo Tour, ma gli consentirebbe di correre alle Olimpiadi di Pechino.
«Normalmente la squalifica è di due anni. Per questo stiamo valutando se presentare ricorso», ha commentato il presidente dell'Uci Mc Quaid.
Ma secondo LEquipe Vino mediterebbe addirittura di chiudere la carriera.
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