Roma - Il «buongiorno» non è dei migliori se è vero, come racconta un ministro leghista, che Silvio Berlusconi viene tirato giù dal letto in piena notte dalla telefonata di un Umberto Bossi per nulla entusiasta di un articolo che il settimanale Panorama dedica alla Lega. Alla Lega e a sua moglie Manuela Marrone che, secondo la ricostruzione del settimanale, tirerebbe ormai le fila del Carroccio tanto da avere l’ultima parola su tutte le decisioni che contano. Niente di particolarmente eclatante visto che- vero, falso o romanzato che sia - è da qualche mese che tutta la stampa italiana racconta dello scontro tra opposte fazioni all’interno della Lega e del ruolo di Lady B e del cosiddetto «cerchio magico».
Eppure, è quanto basta per interrompere i sonni già non troppo tranquilli del Cavaliere. Che oltre alle mille grane giudiziarie con cui è alle prese deve pure occuparsi di rassicurare l’alleato di sempre:«Umberto... Ma lo sai bene che io non c’entro nulla ». Niente da fare, il Senatùr resta una furia. E non è che la mattinata vada meglio, visto che da Milano arriva l’ennesimo coniglio dal cilindro. Con il gip che respinge la richiesta di archiviazione della procura e chiede l’imputazione coatta per Berlusconi con l’accusa di concorso nella violazionedelsegretod’ufficionell’ambitodell’inchiesta Unipol. Un «paradosso», per dirla con le parole - debitamente edulcorate con cui Berlusconi ha commentato la notizia nelle sue conversazioni private. «Che nel giorno delle 100mila intercettazioni -s’è sfogato con i suoi il premier-sia io l’unico indagato per fuga di notizie è surreale». Di più, «è una barzelletta».
Già, perché qualche ora dopo la «buona novella» di Milano, anche da Bari -dove si è formalmente chiusa l’indagine su Tarantini e i presunti «festini»a Villa Certosa-rimbalzano notizie confortanti visto che le intercettazioni allegatesarebberooltrecentomila. Insomma, tutto si può dire fuorché i magistrati italiani siano degli scansafatiche. Visto che, spiega il vicecapogruppo del Pdl alla Camera Osvaldo Napoli, «centomila intercettazioni nonsono mai state fatte per sgominare i capi della Sacra Corona Unita o dellamafia o della ’ndrangheta o della camorra ». Che poi finora siano costate ai contribuenti circa 450 milioni di euro («quasi il doppio di quanto lo Stato incasserà dal prelievofiscale del 3% sui redditi superiori ai 300mila euro», dice Napoli) è tutta un’altra storia. Intercettazioni - non quelle di Bari ma quelle di Napoli sull’inchiesta Tarantini-Lavitola - sulle quali il premier e i suoi più stretti collaboratori iniziano a nutrire più di qualche dubbio.
Non solo perché il Cavaliere avrebbe avuto rassicurazioni sul fatto che- come in privato sostiene da giorni- non c’è alcuna conversazione in cui viene citata la Merkel (anche se alla Farnesina già si stava lavorando su un eventuale «incidente»). Ma anche perché - nonostante la cautela degli avvocati - Berlusconi inizia ad avere il sospetto che più che i telefonini di Lavitola ad essere sotto controllo ambientale- fosse proprio Palazzo Grazioli. Un po’ come Arcore per l’inchiesta Ruby. Il che, ovviamente, sarebbe del tutto illecito visto che per «ascoltare» un parlamentare è necessaria la preventiva autorizzazione del Parlamento. Si vedrà. Di certo c’è che sul punto il Pdl è pronto ad alzare barricate. L’accerchiamento degli ultimi giorni, poi,pare stia ottenendo sull’opinione pubblica risultati ben diversi da quelli che forse qualcuno sperava.
I sondaggi nelle mani di Berlusconi, infatti, confermano sì un crollo di consensi per la maggioranza (l’opposizione però è nelle stesse condizioni) ma dicono anche che per il
60% degli italiani la proposta di «salvacondotto» di Buttiglione e l’attivismo dei pm verso il premier sono la dimostrazione che c’è un legame tra la politica e un certo accanimento giudiziariocontro il Cavaliere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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