Il «lungomare» milanese divide i residenti

Per i gestori dei locali è un affare, molti invece dopo mezzanotte vorrebbero un po’ di silenzio

Raffaella Regina

C’è fermento in zona Navigli, il popolo della notte freme per la tanto attesa isola pedonale estiva a ridosso della Darsena. L’Alzaia del Naviglio Grande, quella del Naviglio Pavese, Ripa di Porta Ticinese, tutte chiuse al traffico, delimitate da transenne. Le macchine fuori e il mondo dentro insomma. Un grande lungomare cittadino con tanto di bar all’aperto, tavolini vista Darsena, ristorantini a lume di candela e le immancabili bancarelle.
Un’estate tutta milanese ma che non sfugge alle polemiche. Ci sono i commercianti e proprietari dei locali da una parte, ovviamente favorevoli alla tanto attesa isola pedonale: «Chiudere i navigli al traffico in estate significa aumento dell’affluenza - afferma Fabio De Stefano, 27 anni, barman del locale El Brellìn - e possibilità di lavoro per tutti visto che la gente si ripartisce sempre equamente tra i locali». Luca Monguzzi, proprietario della birreria «Pontell» è anche lui favorevole, «nel periodo estivo l’isola pedonale è necessaria. Sfruttando lo spazio esterno riusciamo ad incrementare notevolmente il potenziale del locale, però bisognerebbe puntare anche sui parcheggi, che purtroppo scarseggiano».
Appena verrà dato l’ok, dunque, i Navigli si trasformeranno in una grande isola, tutte le sere dalle 20 alle 2 di notte. Per la gioia dei commercianti e dei visitatori, certo. Ma i residenti? Le loro opinioni si dividono. «Tutta la zona dovrebbe essere pedonale, non solo nel periodo estivo - afferma Massimo Medri, 45 anni commerciante e residente da 20 anni - ma anche durante l’anno». «Per quanto riguarda i locali - continua Medri - credo che dovremmo prendere esempio dalla Germania. A Francoforte è possibile sedere all’esterno di pub e birrerie fino a mezzanotte, dopodichè, se i clienti vogliono continuare la serata, vengono invitati all’interno dei locali stessi. É una forma di rispetto nei confronti di chi abita in zona, e tutto sommato rappresenta un ottimo compromesso». C’è anche chi la pensa in modo diverso: «Chiudere alle due di notte non è assurdo - dichiara divertito Giovanni Ferretti, 60 anni - chi afferma una tale sciocchezza evidentemente dovrebbe trasferirsi in un’altra zona della città». Infine c’è chi pensa alla salute, per esempio Franco Zanisi libero professionista di 43 anni: «Se qualcuno dei residenti dovesse sentirsi male durante una delle serate la situazione sarebbe tragica, le strade saranno invase come al solito dalla fiumana di gente». Catastrofi e tragedie a parte, ci sono anche, anzi soprattutto, coloro che il Naviglio lo vivono. Cioè tutte le persone che decidono di passare una serata in allegria con gli amici a chiacchierare comodamente seduti ad un tavolino vista Darsena, oppure saltellando da una bancarella all’altra alla ricerca di qualche souvenir carino e economico.

«Frequento spesso la zona dei Navigli durante l’anno - dice Valentina Calvo, 20 anni studentessa - ma nel periodo estivo è molto più piacevole, i locali si aprono verso l’esterno, ed è anche possibile curiosare tra le bancarelle». «Il problema è sempre quello dei parcheggi - aggiunge Federica Salaris, 25 anni designer - ma in fondo vale la pena camminare un pò per poter passare una serata in una zona così viva».

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