Cronaca locale

Un luogo di tutti? Purché siano civili Non ci sono feste senza regole

(...) di aggiungere un aggettivo: la piazza è di tutte le persone «civili». So perfettamente che tra gli ottantamila che l’altra notte hanno esultato per la vittoria nerazzurra in Champions la maggior parte sono persone educate e perbene. Sempre citando il sindaco era 45 anni che aspettavano ed era giusto che festeggiassero magari anche con qualche eccesso. Ma so anche che ciò che abbiamo scritto dalle pagine della cronaca, ciò che hanno ottimamente raccontato Marta Bravi e Giulia Guerri che l’altra sera in piazza c’erano, non lascia grande spazio alle interpretazioni. Abbiamo quasi avuto la sensazione che per qualcuno la festa fosse solo il pretesto per «sballare» e far danni. La sostanza è che Piazza Duomo è stata trasformata in una grande latrina: bottiglie di birra abbandonate ovunque, cocci, falò, gente che urinava e vomitava in ogni angolo, ragazzotti ubriachi arrampicati sui lampioni, scorribande in galleria, più di 150 persone (perlopiù ragazzini) ricoverati nel tendone della Croce Rossa. Per rimettere a posto la città l’Amsa ci ha messo tre giorni. Non so quanti fossero i più invasati, diciamo qualche migliaio? Bene, per una notte piazza Duomo è stata la loro piazza, altro che piazza di tutti. Senza rispetto. Il sagrato, come aveva giustamente chiesto il cardinale Tettamanzi, era stato transennato per proteggere la basilica ma a nulla è servito. Abbiamo pubblicato foto di ragazzi arrampicati sul portone del Duomo ebbri di gioia (e non solo) per la vittoria dell’Inter. Senza fare i bacchettoni e non credo neppure c’entri essere cattolici, ma credo che a più di qualche milanese possa dar fastidio vedere uno dei simboli religiosi della città trasformato nella curva dei «boys». Non vale tutto. Il sindaco ha ragione, piazza Duomo deve essere la piazza di tutti ma perché lo sia ci vuole il giusto senso civico. E se oggi è chiedere troppo, ci vuole allora almeno qualcuno che faccia rispettare le regole.

Altrimenti il «tutti» diventa un concetto assolutamente relativo.

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