Nel Lombardo-Veneto (e dunque siamo nella zona calda, come capirete fra poche righe) vige da secoli un modo di dire che è soprattutto un modo di fare e per il quale la traduzione è superflua: «A ’l tira de pü ’n pel de pòta che cent caai che i tròta!». Varianti dialettali a parte, il senso resta univoco dalle Alpi alle piramidi, dal Manzanarre al Reno e oltre. Soltanto a beneficio delle educande, qualora ne esistessero ancora, può essere riproposto così: «Il fascino femminile esercita una forza tale da essere addirittura superiore a quella di cento cavalli lanciati al trotto».
Ora, ignoriamo se il protagonista di questa storia sia un lumbard purosangue, né c’interessa sapere se abbia l’arnese stabilmente duro come vuole il dettato bossiano. Ma è lecito ipotizzare che non sia propriamente serenissimo. No, la secessione e i leoni di San Marco sono fuori discussione. Qui non di secessione si tratta, bensì di ossessione: quella per la benemerita pòta, appunto.
Dunque. Un tale ha fatto irruzione in un’agenzia matrimoniale di Mestre, arraffando il computer contenente i preziosi profili delle potenziali anime gemelle. In tema di cuori solitari, tuttavia, disgraziatamente il cliente non ha sempre ragione, essendo l’amore, da che mondo è mondo, un «prodotto» di natura particolare, carnalmente e spiritualmente parlando. Così il focoso ma depresso 45enne, pur essendo un abituale frequentatore di quell’ufficio, anzi, proprio per questo motivo, è stato bloccato in casa propria, dove le forze dell’ordine hanno rinvenuto, accanto al pc, l’arma ad aria compressa con cui il rapace e arrapato rapinatore aveva minacciato un testimone del misfatto che giustamente rifiuterebbe con sdegno l’appellativo di «guardone».
«Continuavano a mostrarmi donne stagionate e brutte», ha dichiarato l’aspirante dongiovanni informatico nel maldestro tentativo di giustificare il suo slancio eccessivo, al limite dello stupro virtuale. «Quindi ho deciso di scegliermela da solo, quella che preferisco». Per il momento, invece di consumare un atto sessuale, ha consumato un reato. Pare fra l’altro che, come al solito, un po’ di colpa ce l’abbia la televisione. Il Nostro sciupafile avrebbe agito non soltanto stimolato da irresistibile impulso erotico, ma anche... come dire... perché eccitato da un servizio di Striscia la Notizia, la nostra Cassazione mediatica, in cui si dava conto delle rimostranze di alcuni suoi compagni di sventura nei confronti della stessa agenzia, anch’essi, a loro dire, offesi da proposte (esteticamente) indecenti. «Allora è una truffa», avrà pensato il signorino davanti al video, spaparanzato sul divano dove, forse, il piacere non può essere che solitario... E quindi, dopo essersi rotto le scatole, ha rotto gli indugi mettendo in atto la spericolata spedizione punitiva.
Due domande si pongono a questo punto. Potrà, il patetico single, godere (almeno quello) delle attenuanti generiche originate dalla bella stagione che induce le donne di ogni taglia e formato a scegliere, anche in città, gli inequivocabili «vestimenti leggieri» di dannunziana memoria? E, qualora la risposta al primo quesito, come sospettiamo, fosse un secco «no», dovrà egli subire pure l’accusa di sequestro di persona a scopo di libidine?
È un’ipotesi, quest’ultima, che non ci pare campata per aria, essendo i profili computerizzati delle signore, di fatto, un prolungamento delle loro persone, una traccia, un biglietto da visita, uno spot destinato a magnificarne virtù caratteriali e morfologiche presso un pubblico adulto anagraficamente ma, diciamolo, ancora infantile.
Comunque vada, auguriamo all’intrepido e anonimo macho frustrato di ottenere la clemenza della corte. E, a proposito di corte, gli consigliamo, una volta superate con i minori danni possibili le tempeste ormonali e giudiziarie, di farla personalmente, la «corte», alle donne.
Nonostante le agenzie matrimoniali, nonostante le chat, nonostante Facebook e nonostante le simulazioni varie ed eventuali che oggi vanno per la maggiore, a volte i vecchi metodi funzionano ancora. L’esempio di saggezza popolare che citavamo all’inizio racchiude una grande verità. Anche se è sottile come un pelo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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