Maccari direttore del Tg1 È bagarre in Viale Mazzini: Rizzo Nervo lascia il cda

Riunione fiume alla Rai. Maccari, che a partire da domani sarebbe in pensione, nominato direttore del Tg1. Rizzo Nervo si dimette. Il Pd: "Pronti alla mobilitazione"

Maccari direttore del Tg1 È bagarre in Viale Mazzini: Rizzo Nervo lascia il cda

Un consiglio di amministrazione fiume a viale Mazzini. Poi il via libera alla nomina di Alberto Maccari alla guida del Tg1 e a quella di Alessandro Casarin alla Tgr. Entrambe le nomine, fortemente caldeggiate dal direttore generale Lorenza Lei, sono passate per cinque voti (Rositani, Petroni, Bianchi Clerici, Verro e Gorla) a quattro (il presidente Garimberti, Rizzo Nervo, Van Straten e De Laurentiis). "Il voto di stasera - ha tuonato Garimberti - indica che a forza di star chiusi nel Palazzo della Rai si perde la sintonia con il Paese". Immediata la replica della Lei che ha subito rivendicato l’autonomia delle scelte: "Spiace che possano essere state interpretate con logiche che non mi appartengono, come dimostrano ampiamente tutte le scelte assunte in questi nove mesi da direttore generale della Rai".

Maccari succede a se stesso: il suo contratto al Tg1 è a tempo determinato con diritto di recesso per la Rai. Il nuovo direttore, il cui mandato ad interim scade oggi, è ufficialmente in pensione a partire da domani. Una condizione che lo stesso presidente della commissione di Vigilanza, Sergio Zavoli, ha giudicato "incompatibile" con la carica che la Lei vorrebbe affidargli. Una delibera del Consiglio, infatti, ha spiegato Zavoli, "prevede l'impegno a non dare incarichi a dirigenti andati in pensione". Per risolvere il problema è emersa l'ipotesi di allungare il contratto a Maccari e rimandare il pensionamento. Dopo la riunione di oggi il consigliere Nino Rizzo Nervo si è dimesso dal consiglio di amministrazione: "Giudico quanto è avvenuto l’ultimo scriteriato atto di una gestione aziendale condizionata da logiche di parte che sta spingendo l’azienda verso un rapido declino".

Per Garimberti, il cda della Rai avrebbe dovuto ragionare su un mandato dei direttori legato a quello della durata del consiglio: "La pervicacia con cui si sono portate avanti le nomine al Tg1 e alla Tgr dimostra che non si tratta di nomine di emergenza ma di nomine che hanno spaccato il Consiglio e che per questo non possono che incontrare la mia disapprovazione". Per Garimberti, infatti, la governance in carica condanna la Rai all’ingovernabilità: "E' urgente affrontare il problema delle norme che regolano la vita e l’attività dell’azienda". Sul piede di guerra anche la sinistra che punta il dito contro i vertici di viale Mazzini. Se il leader del Sel Nichi vendola parla di "scandalo annunciato e prepretato", l'Idv Antonio Di Pietro avverte: "La misura è colma". I vertici del Partito democratico stanno addirittura valutando di indire una mobilitazione nei prossimi giorni. "Non resteremo con le mani in mano - ha tuonato Pierluigi Bersani - non staremo di certo fermi davanti a coloro che vogliono vedere distrutta un’azienda pubblica". Una decisione che suscita lo sdegno del centrodestra.

"Bersani usa sulla Rai il linguaggio della minaccia e della protervia. La smetta - ha ribattuto il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri - si renda conto che la sua arroganza non lo porterà da nessuna parte. Quel che lui dice è falso. Quel che propone è illegale".

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