Roma

Con macro-aree e Asl ridotte l’assistenza dovrà migliorare

«I 12 decreti presentati dal presidente Polverini sono un primo e importante passo in avanti per rimettere in sesto i conti della sanità regionale e ridefinire un’offerta di prestazioni che si distinguano per qualità ed eccellenza». Lo riferisce con una nota Mario Abbruzzese, presidente del Consiglio regionale del Lazio. «Il disavanzo e le inadempienze accumulate negli anni - aggiunge - ci hanno costretti, nel rispetto del Patto della Salute, ad assumere decisioni drastiche per risolvere definitivamente i problemi legati alla ridefinizione della rete ospedaliera e ai tetti di spesa degli erogatori privati accreditati. L’abbiamo fatto, intervenendo a livello strutturale per ridisegnare l’intero sistema della sanità laziale, rimettendo al centro il cittadino e il diritto alla salute ed eliminando le tante duplicazioni presenti sul territorio. Ridisegnare la mappa della sanità con la divisione in quattro macro-aree omogenee e autosufficienti e ridurre le Asl che passano da 12 a 8, significa semplificare la gestione e migliorare la qualità dell’assistenza. I cittadini troveranno nel territorio di residenza tutti i servizi sanitari essenziali, senza dover ricorrere a spostamenti. Entro trenta giorni ogni area sarà dotata di quattro reti di alta specialità, a cui se ne aggiungeranno altre sette entro la fine di luglio».
«Non sono stati fatti tagli dei posti letto - prosegue - ma una riconversione degli stessi in strutture sanitarie che oggi mancano. Per ottemperare poi agli obblighi di garantire 4 posti letto ogni 1000 abitanti è stata ridefinita la proporzione tra ospedali e territorio, riconvertendo 2000 posti dal settore acuti alla riabilitazione e lungodegenza e prevedendo di creare altri 3000 posti letto per Rsa e Hospice. Tutto questo nel rispetto del principio di appropriatezza: ciò significa che ogni cura deve essere prestata nel luogo più appropriato, dai medici migliori nel campo specifico di competenza, e in quelle strutture dotate di macchinari all’avanguardia. Che tutto venga fatto ovunque significa spesso una scarsa qualità nel servizio offerto e una ricaduta negativa sulle cure che riceve il paziente». «Vorrei infine sottolineare - conclude - le azioni di governo messe in campo per razionalizzare la spesa. La centralizzazione degli acquisti di beni e servizi fatti ogni anno dalle Asl consentirebbe un risparmio di circa 600 milioni (ovvero il 25% della spesa complessiva). Come il presidente Polverini aveva annunciato è stato istituito il nucleo controllo sulla sanità in collaborazione con guardia di finanza e carabinieri per impedire il nascere di sacche di illegalità. Insomma stiamo lavorando per eliminare inefficienze e sprechi, nella convinzione di poter cambiare un sistema vecchio e che non risponde più alle esigenze dei cittadini e dei territori.

Immaginiamo una sanità più virtuosa che sappia contestualmente “fare i conti” con il passato e affrontare le sfide del futuro».

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